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Addio a Francesco Toriello. Una vita fra magistratura e amore per la lirica

Si è spenta a 87 anni una figura storica, per la città. Una lunga carriera e l'associazionismo portato avanti con passione

LECCE – Giudice ordinario e tributario nel corso della sua lunga carriera, prima ancora, ai tempi degli studi, fra gli allievi prediletti di Aldo Moro, quest’ultimo nelle vesti di giurista, e, fuori dalle austere aule di tribunale, uomo di elevato spessore culturale e di ampi orizzonti, soprattutto un vero appassionato di musica lirica, fino ad avere un ruolo attivo nel panorama, tramite l’associazionismo. Questo e, sicuramente, molto di più è stato Francesco Toriello, per i più intimi Franco, venuto a mancare questa mattina all’età di 87 anni.

Originario di Matera, classe 1932, Francesco Toriello era rimasto a vivere a Lecce, solo una delle varie città in cui aveva prestato un servizio sempre volto alla ricerca della verità.

Compiuti i primi studi nella Città dei Sassi e proseguita l’università a Bari, si era laureato nel 1954 in Giurisprudenza, con il massimo dei voti. La tesi, in diritto penale, fu discussa con il già citato Moro. Toriello aveva poi intrapreso la carriera in magistratura (la stessa del padre, Michele, e che ora persegue a Lecce uno dei suoi figli, omonimo del nonno) partendo dalla natale Matera, per approdare nel capoluogo salentino in qualità di pretore, consigliere della Corte d’appello e procuratore della Repubblica, proseguire a Bari come giudice del tribunale e, ancora, procuratore, ritrovarsi nel frattempo a Roma in periodi diversi (dal 1990 al 1996 e, poi, dal 2000 al 2003) prima come consigliere, poi come presidente di sezione della Suprema corte di cassazione.

La carriera si era conclusa, dopo quasi mezzo secolo, nel 2004, a Lecce, nelle vesti di presidente della Commissione tributaria provinciale. Nel 2007 ha ricevuto il titolo onorifico di procuratore generale aggiunto della Corte suprema di cassazione, in considerazione dell’ultimo incarico ricoperto.

Sposatosi con Antonietta, conosciuta a Bari, nel 1965, ha avuto come figli Olga e Michele (e quest’ultimo, come detto, ha seguito le sue orme). La sua passione per la lirica l’ha portato, già negli anni ’80, a essere eletto presidente dell’associazione Amici della lirica di Lecce, intitolata al grande Tito Schipa, che già da un decennio prima organizzava un concorso internazionale rivolto a giovani cantanti. Con l’avvento di Toriello alla presidenza, nel 1990 arrivò anche l’ottenimento dell’abbinamento del concorso a una lotteria nazionale, con tali risultati a favore dell’attività da consentire la nascita di una Fondazione.

Era una passione, quella per il bel canto, che Toriello coltivava a tal punto da essere ricordato nella cerchia delle amicizie per le sue stesse doti canore, tanto da saper imitare tenori del calibro dello stesso Schipa, oltre che di Enrico Caruso, Giacomo Laura Volpi e Beniamino Gigli.

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