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Allarme sui livelli occupazionali in Cnhi: i sindacati proclamano lo sciopero

Mercoledì gli operai si fermeranno 4 ore. Dopo le notizie sul presunto calo degli ordini, i metalmeccanici vogliono vederci chiaro e ottenere garanzie: "Intervenga direttamente il governo"

LECCE – Un calo degli ordini nello stabilimento nello stabilimento industriale Cnh Industrial di Lecce e scatta l'allarme dei sindacati.

Le categorie dei metalmeccanici vogliono vederci chiaro sul futuro occupazionale dei 700 operai ed hanno deciso di alzare il tiro della protesta. Mercoledì 15 luglio i lavoratori incroceranno le braccia 4 ore per ciascun turno (dalle ore 9 alle 13; dalle 18 alle 22; dalle 2 alle 6) e manifesteranno davanti ai cancelli dell'azienda, nella zona industriale di Lecce.

Poco più tardi, alle 11, è previsto un incontro tra una delegazione trattante e il prefetto.

Rimangono da sciogliere i nodi del piano industriale di Cnh Industrial che, nel capoluogo salentino, gestisce un impianto di costruzione di macchinari impegnato nella produzione di terne, pale gommate, pale gommate compatte e sollevatori telescopici per i suoi marchi di macchinari per movimento terra.

Proprio a Lecce, spiegano i sindacalisti, “s'immaginava un futuro roseo legato ad un robusto incremento dei volumi”.

All'improvviso, però, lo scenario sarebbe cambiato. Le preoccupazioni attuali dei sindacati sono dovute sia ad un inaspettato calo degli ordinativi, sia agli esiti dell'incontro che il 24 si è tenuto a Roma, presso il Mise, insieme ai vertici del gruppo industriale.

“In quella sede – si legge in un comunicato stampa sindacale - Cnh Industrial ha illustrato la situazione industriale e ha spiegato a che punto è l’applicazione dell’accordo quadro di gruppo del 10 marzo 2020. Per lo stabilimento di Lecce è scattato l’allarme: Cnhi ha dichiarato di voler riconsiderare la sua posizione e il piano industriale”.
 
Quali prospettive si aprono, quindi, per i 700 dipendenti dello stabilimento salentino?

Fim-Cisl, Fiom-Cgil, Uilm-Uil, Fismic-Confsal e AqcfR hanno chiesto l'intervento diretto del governo e l'attivazione di un tavolo politico interministeriale presso il Mise alla presenza dei ministri Patuanelli (Sviluppo Economico) e Catalfo (Lavoro).

“Tutto ciò – aggiungono i segretari - anche per scongiurare i timori della delocalizzazione in altri Paesi europei, che potrebbero approfittare per attirare gli investimenti previsti per l’Italia”.
 
Il sindacato da tempo invita le istituzioni a farsi carico del problema della progressiva desertificazione industriale del settore automotive, aggravata sia dall'emergenza Covid-19 sia dal fatto che l’Italia continua a essere priva di una politica industriale.

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