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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attualità Castrignano del Capo

Carta di Leuca, il Mediterraneo come spazio per la "fiamma della pace"

La firma oggi alla presenza del capo di stato maggiore dell’Esercito e del vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, Angiuli

SANTA MARIA DI LEUCA - Si è svolta oggi, alla presenza del capo di stato maggiore dell’Esercito, generale di Corpo d’armata Salvatore Farina, del vescovo di Ugento-Santa Maria di Leuca, monsignor Vito Angiuli e delle massime autorità civili e interreligiose, la firma della “Carta di Leuca”.

Si tratta di una lettera d’intenti nella quale i giovani, appartenenti a diversi Paesi del Mediterraneo, proclamano il loro impegno verso la pace e la costruzione di percorsi di convivialità. I giovani pellegrini hanno stilato la carta durante un percorso durato cinque giorni che si è articolato in tutto il Salento, sostando a Brindisi, Lecce, Copertino, Otranto, Alessano e Leuca. Per rendere più agevole il cammino, i militari del Reparto comando e supporti tattici “Pinerolo”, hanno allestito bagni, docce, lavabi e coadiuvato a tutte le predisposizioni logistiche per l’accoglienza dei pellegrini, impiegando oltre cinquanta uomini, e venti mezzi.

Nella fase conclusiva del cammino, dodici tedofori dell’Esercito, con in testa il generale Farina, affiancato dal generale di brigata Mauro Prezioso – coordinatore delle attività condotte per l’occasione dall’Esercito - hanno portato la “Fiamma della pace”, accesa dal braciere posto sul sacello di don Tonino Bello, fino al sacrato della basilica di Santa Maria Finibus Terrae. Un gesto che vuole simbolicamente sottolineare il ruolo del soldato quale “portatore di pace”.

Il generale Farina, nel salutare i presenti, italiani e stranieri, ha ricordato che quella che si conclude oggi è un’occasione utile a promuovere la pace e la civile convivenza, temi molto cari all’Esercito e alle Forze armate italiane.

A Leuca si corre per la pace nel Mediterraneo

Il messaggio di pace del vescovo Angiuli 

“Il cammino che abbiamo compiuto, sostando in alcune città e luoghi significativi del territorio salentino, è segno e simbolo della nostra vita e degli ideali ai quali desideriamo che essa si ispiri”, ha detto, dopo i ringraziamenti, il vescovo Angiuli, in un lungo discorso ricco di richiami a Giorgio La Pira e ai Colloqui del Mediterraneo avviati dal 1958.

“Un cammino step by step, passo dopo passo, traguardo dopo traguardo, esperienza dopo esperienza. Un cammino vissuto insieme, condividendo la strada, la fatica e la gioia, il cibo e le riflessioni. Si è così realizzato un incontro tra persone differenti per cultura, religione e condizione sociale. Ognuno ha avuto la possibilità di guardare l’altro negli occhi, face to face, facendo delle diversità una ricchezza comune, un tesoro che tutti possono accrescere con il loro apporto, una sorgente a cui tutti possano attingere”.

“Concludiamo il cammino notturno, che abbiamo iniziato partendo dalla tomba di don Tonino Bello, sul piazzale di questa basilica di Leuca, posta sul promontorio prospiciente il mar Mediterraneo, il mare della convivialità, come abbiamo scritto quest’anno nella “Carta di Leuca.2”: una convivialità del creato e dei volti, una convivialità economica e partecipativa, una convivialità in una terra bagnata da un unico mare e abitata da un’unica umanità”.

“Carta di Leuca” è un’iniziativa promossa dalla Fondazione di partecipazione Parco Culturale Ecclesiale Terre del Capo di Leuca ‐ De finibus terrae. “Questa iniziativa – ha spiegato ancora il vescovo - non ha in sé le coordinate della difesa o dell’attacco, ma quelle della mano tesa e dell’abbraccio fraterno. Non è un foglio su cui apporre una firma, ma una parola che evoca i desideri autentici di ogni uomo e genera in ciascuno l’impegno a  non arrendersi  a tutte le forme  di chiusure, ma ad osare  la convivialità di volti rivolti, che si scoprono amici”.

Carta di Leuca.2

Il vescovo ha ricordato anche gli attuali scenari, con un balzo nella cronaca, ricordando “drammi che ormai si riversano sulle sponde e nelle acque di questo mare. Dense nubi nere si affacciano all’orizzonte: la crisi economica da un lato, l’illusione di una transizione democratica, l’instabilità scatenata dalle “Primavere arabe”, la drammatica diffusione dei gruppi jihadisti nei Paesi del Maghreb, del Medio Oriente e in Europa, contestualmente alla cosiddetta “crisi migratoria”. Tutti questi fenomeni sembrano minacciare e allontanare ogni giorno le speranze e gli sforzi per una riappacificazione dell’intera regione”.

“In questa prospettiva – ha aggiunto -, si sta diffondendo oggi una retorica della divisione in cui il Mediterraneo è presentato come spaccato in due sponde lontanissime: una europea, democratica e a rischio; l’altra araba e africana, ormai fuori controllo e pericolosa per la vicina Europa. In realtà, si fa strada l’idea che qualsiasi politica non può più essere incasellata all’interno di rigidi confini nazionali che, pur rassicuranti, di fatto, trattengono con grande difficoltà la strabordante mobilità alla quale assistiamo. La cooperazione dei governi diventa indispensabile ora più che mai in un lavoro complesso di bilanciamento fra l’elaborazione delle politiche interne alle quali corrispondono azioni sullo scacchiere nazionale e internazionale”.

“Definendo il Mediterraneo come un nuovo “lago di Tiberiade” – ha detto fra le altre cose il vescovo - La Pira sovrapponeva l’immagine biblica dell’origine dei popoli con quella del pluralismo mediterraneo. In quella definizione, egli restituiva alla regione mediterranea la sua importanza storica e moderna, «perché ‐ scriveva ‐ da Oriente e da Occidente le nazioni “vengano a bagnarsi” in questo grande lago di Tiberiade, che è, per definizione, il lago di tutta la terra». Nel suo incessante impegno per il dialogo e la pace, il 22 febbraio 1958, egli si rivolgeva al presidente egiziano Nasser con queste parole: «Se pacificato, il Mediterraneo può diventare, davvero, lo spazio più luminoso della terra».

Anche l'Anci partecipa al meeting

Anche il vicepresidente di Anci Puglia, Gianni Stefano, ha partecipato oggi,  al meeting. "Senza dubbio - commenta - esperienza significativa. Anci Puglia garantisce il proprio impegno attivo per la costruzione di una rete di comuni per la pace e la convivialitá nel Mediterraneo. È stato edificante essere testimone di un luminoso esempio ricevuto dai giovani che si sono dati appuntamento ad Alessano, città natale di Don Tonino Bello, per intraprendere un cammino conclusosi alla basilica di Santa Maria di Leuca, facendo così avanzare, passo dopo passo, il loro desiderio di pace e di fraternità".

"Questo fervore non può lasciarci indifferenti e ci induce a lavorare e a contribuire per la costruzione di un mondo riappacificato. Come sindaci e come amministratori delle nostre città pugliesi - prosegue - vogliamo contribuire alla realizzazione di questo desiderio dando il nostro apporto, con l’auspucio che questo cammino possa rendere sensibili e contagiare tutti gli animi infondendo in essi un incoercibile desiderio di pace e fratellanza tra tutti i popoli."

Anci Puglia da quest'anno collabora all'iniziativa, con il sostegno del presidente Domenico Vitto, la presenza del vicepresidente Gianni Stefano (sindaco Casarano) e con molti altri sindaci della regione. I primi cittadini, in veste ufficiale, con fascia tricolore, hanno partecipato alla marcia della pace, con l'impegno di unire la voce delle comunità locali e dei cittadini pugliesi a quelle dei giovani di tutto il Mediterraneo, per rivolgere un appello ai potenti della Terra, per un futuro migliore, di convivialità e di fraternità.

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