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Diritto al lavoro e a una vita normale: dipendenti Gialplast sotto il Comune di Gallipoli

Licenziati in seguito all'interdittiva antimafia, reclamano di essere reintegrati insieme a 5 colleghi della ditta Colombo Biagio. Cobas: "Il sindaco Minerva intervenga sulle aziende"

GALLIPOLI – Sono tornati a farsi sentire, questa volta sotto la sede del Comune di Gallipoli, per reclamare il proprio diritto a lavorare. I dipendenti Gial Plast, insieme ai colleghi della ditta Colombo Biagio srl, non hanno mollato la presa e, anzi, continuano la loro battaglia per essere reintegrati nelle aziende che li hanno messi alla porta.

I loro licenziamenti sono avvenuti dopo che le due società che si occupano della raccolta e del trattamento dei rifiuti nella Città bella (e in altri comuni del Salento) sono state raggiunte da un'interdittiva antimafia. Il provvedimento, per Gial Plast, è stato firmato dal prefetto di Lecce, Maria Teresa Cucinotta, in chiave preventiva e quindi per sventare il rischio di presunte infiltrazioni mafiose  nella srl con sede a Taviano. Poco più tardi è accaduta la medesima cosa a Colombo Biagio srl, colpita da una interdittiva della prefettura brianzola.

Entrambe le aziende hanno mandato a casa alcuni dipendenti che avevano avuto problemi precedenti con la giustizia in chiave, evidentemente, precauzionale.  

I legali della Colombo Biagio hanno però presentato ricorso e il provvedimento della prefettura è stato sospeso dal Tar della Lombardia. Anche a Gial Plast sono stati restituiti, dopo una sentenza del Tribunale di Lecce che sospendeva la misura di interdittiva antimafia, tutti gli appalti e l'azienda ha ripreso a svolgere le proprie attività regolarmente.

La vicenda, oggetto di un'interrogazione parlamentare e di diverse iniziative sindacali, è sbarcata poi sul tavolo della prefettura locale il 22 ottobre. I dipendenti, nel frattempo, non si sono dati per vinti e si sono rivolti al giudice del lavoro ottenendo le prime sentenze favorevoli.

In totale gli interessati sono una trentina di dipendenti di Gial Plast, di cui 20 leccesi e la restante parte divisa tra Brindisi e Foggia, e 5 della Colombo.

“In virtù di queste sospensioni delle interdittive antimafia siamo tornati a chiedere il reintegro di tutti i lavoratori che hanno vinto le cause in tribunale – spiega il sindacalista Cobas, Giuseppe Mancarella, ai margini del sit-in-. Riteniamo, peraltro, che i reati commessi 20 o 30 anni fa, non si possano considerare ostativi e che queste persone, così come prevede la Costituzione all'articolo 27, godano del pieno diritto di reinserirsi nel tessuto sociale proprio grazie al lavoro”.

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Il sindacato di base è riuscito ad avere un confronto con il sindaco Stefano Minerva, reclamando un suo intervento deciso sulle aziende interessate. Cobas chiederà anche la convocazione di un consiglio comunale monotematico sulla vertenza: “Non ci interessa la querelle politica tra maggioranza e opposizione a Gallipoli perché il nostro obiettivo è solo quello di tutelare i dipendenti, ottenendo il reintegro di tutti sul posto di lavoro”. 

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