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Plastica, pesticidi e antenne: le lotte future spiegate da un europarlamentare

Il focus di Massimo Paolucci, membro della Commissione ambiente e salute a Bruxelles ed ex sub-commissario per l’emergenza rifiuti in Campania

LECCE – Molte delle priorità ambientali del futuro, compreso quello salentino, stanno transitando dalla regia di Bruxelles. Ne abbiamo discusso con un membro della Commissione per l’Ambiente, sanità pubblica e sicurezza alimentare del Parlamento europeo, Massimo Paolucci (in foto). Napoletano di origine, l’europarlamentare di Art.1-Mdp è stato eletto nel 2014, all’interno del gruppo dell'Alleanza progressista di socialisti e democratici e ora è tra i protagonisti di alcune delle battaglie ambientaliste nel capoluogo belga.

È anche sua la proposta, ora direttiva a tutti gli effetti, di riduzione dell’utilizzo delle plastiche nell’ambiente, con particolare riguardo verso il delicato equilibrio ecologico dei mari e degli oceani. Quando sentiamo parlare delle varie città che hanno disposto il divieto di plastica monouso nei lidi, nelle scuole,  via dicendo, dietro c'è anche lui. Paolucci è infatti il relatore italiano nell’iter legislativo. Colui che ha seguito tutti i processi fino alla fine della trattativa. “Se sulle foreste c’è da tempo un minimo di attenzione, ora ci resta da curare anche l’altro polmone: gli oceani. La plastica corrisponde all’80 per cento dei rifiuti rinvenuti. Nel 2050, continuando così, avremo più plastica che pesce”, spiega l’europarlamentare. L’iter, avviato lo scorso anno, si è concluso mesi addietro con un buon accordo: prevede infatti la conferma di tutti i divieti proposti dalla direttiva. Tra un anno, quindi, zero plastica monouso. Il 30 per cento delle bottiglie avrà l’obbligo di essere riciclabile, i tappi dovranno essere attaccati alla bottiglia, in modo che non vengano dispersi nell’ambiente. E non è tutto. La direttiva, nel 2021 a pieno in regime, impone, oltre alle campagne di sensibilizzazione, anche l’obbligo dei produttori di materiali a concorrere nella pulizia dei litorali e delle spiagge. Già in provincia di Lecce, è stata avviata la riconversione del monouso nelle mense scolastiche, assieme a una serie di altre iniziative intraprese dalle amministrazioni e dalle associazioni, ma che hanno una regia europea.

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Oltre al tema della plastica, l’ex sub-commissario per l’emergenza rifiuti in Campania e assessore con numerose deleghe nella prima amministrazione Bassolino, ha indicato altre tre tematiche “europee” ma con risvolti molto “meridionali”. L’auto elettrica il secondo punto inevitabile dello scenario futuro: con le nuove norme sulle emissioni, è già aperta la partita a livello mondiale.  Terzo orizzonte: quello della produzione dell’acciaio limitando il carbon fossile. Anche qui, spiega l’europarlamentare, la partita è tanto aperta che l’Italia, così come l’Europa, rischia di affacciarsi a sperimentazioni di produzioni alternative con netto ritardo. Infine, quarto e fondamentale punto che riguarda questo territorio molto da vicino, far sì che l’agricoltura non sia vittima delle sostanze nocive (come è accaduto per anni con il glifosato, considerato non pericoloso ma poi riconosciuto come altamente cancerogeno).

Attenzione massima, in questo momento e nel futuro imminente, anche alla rigenerazione urbana in chiave green. “C’è da scommettere che i primi sindaci che si occuperanno seriamente di cambiamenti climatici saranno visti come eroi nazionali. Fino ad ora si è registrato un problema di cultura politica, ma noto che via via quella dei cambiamenti climatici si comincia a percepire come una questione prioritaria”, afferma. “Non occorre tanto far leva sulle solite agevolazioni fiscali, con i numerosi bonus di cui sentiamo parlare, quanto puntare su notevoli riduzioni a coloro che investono nel verde. Le nostre case, del resto, sono responsabili di emissioni. Il come ristrutturarle e renderle sostenibili sarà dunque l'argomento ineludibile a partire dai prossimi mesi.

Onorevole Paolucci, dopo il consumo di suolo, pesticidi in agricoltura, Cerano e Ilva, il Salento resta una delle terre più esposte alle problematiche ambientali. Si è affacciata un’altra questione: quella relativa al 5G (i cui effetti medici sono stati analizzati dalla nostra testata assieme a un medico dll'Isde) Avete valutato oltre ai vantaggi di tipo tecnologico, anche gli svantaggi e le ripercussioni a livello ambientale e sanitario?

“L'interrogazione, presentata al commissario Vytenis Andriukaitis (commissario Ue alla Salute, ndr), prende spunto dall'allarme lanciato da molti scienziati di tutto il mondo, compresi i medici dell'Isde di Lecce (Associazione medici per l’ambiente), sui rischi derivanti dall'esposizione ai campi elettromagnetici che l'avvento della nuova tecnologia 5G è destinata ad aumentare. Ho chiesto al commissario di conoscere eventuali studi preliminari e la reale incidenza sulla salute e a valutare, in virtù del principio di precauzione, eventuali incidenze su patologie specifiche. Il commissario nella sua risposta ha chiarito che nuovi studi sono in atto, stante però la competenza degli Stati membri in termini di tutela dei cittadini dalle esposizioni ai campi elettromagnetici, cosi come previsto dai trattati”.

Come immaginerebbe una città di piccole dimensioni, come Lecce per intenderci, nei prossimi 15 anni? Che portata avrà la riconversione “verde” e quali saranno gli strumenti normativi europei per poterla realizzare?

“Lecce e le città della medesima dimensione hanno tutte le caratteristiche per accelerare il processo di sostenibilità ambientale, anche in funzione della nuova programmazione comunitaria 2020/2027 che agirà in maniera importante sulle strategie ambientali. Oltre alle risorse, alla tecnologia e alle strategie progettuali sarà fondamentale scommettere su un nuovo processo decisorio, come il trasporto urbano che si sta sempre più evolvendo verso nuove tecnologie che ne determineranno una maggiore sostenibilità. La città sostenibile però funziona con cittadini sostenibili. Il capitale umano consapevole e la vera rivoluzione del futuro”.

Uno dei nodi cruciali, soprattutto al Sud, è quello della gestione e dello smaltimento dei rifiuti: che cosa potrà fare la Commissione europea per chiudere il ciclo dello smaltimento, senza al contempo compromettere l’ecosistema?

“Su mandato del gruppo dei Socialisti e dei democratici europei, sono stato il relatore ombra della decisione sulle plastiche monouso che hanno portato alla direttiva tanto attesa per aiutare lo stato drammatico in cui versano i mari e i corsi d'acqua dolce. Questo, così come il tema da lei proposto dei rifiuti, non può prescindere da un significativo intervento a monte del processo che tenga insieme due questioni non più eludibile: la modalità di produzione e la consapevolezza del consumo”.

Affaire Xylella. Associazioni di categoria versus comitati e associazioni tacciati di “negazionismo”: come si possono conciliare queste contrapposte posizioni e come andare incontro a quei piccoli proprietari terrieri che hanno subito ingenti danni?

“Mi occupo della Xylella e delle sue drammatiche ricadute negative in Puglia sin dal 2014. Il 20 novembre di quell'anno mi sono fatto promotore di un incontro tra una folta delegazione salentina e i rappresentanti della direzione generale Santè, Dana Simion e Guillermo Cardon. Nell'incontro, oltre a verificare tutte le modalità previste dal trattato, ho sollecitato la Commissione a sostenere la ricerca rendendo ammissibili i progetti all'accesso dei fondi di Horizon 2020 (80 miliardi di euro, spendibili in sette anni, dal 2014 al 2020, per ricerca e innovazione). Negli anni, con interrogazioni scritte e con diversi incontri a Bruxelles, ho rappresentato molte delle istanze che pervenivano dal territorio, coinvolgendo la Commissione in un disegno integrato di interventi sia fitopatologici, sia agronomici, ambientali e paesaggistici. La stessa non ha mai mancato nella puntualità delle risposte. Ricordo, in concreto, le risposte sulle cause di forza maggiore, sulla rimodulazione del Psr (Il Piano di sviluppo rurale, strumento di programmazione e di finanziamento del sistema agricolo ed agroalimentare ndr) e, soprattutto, sulle modalità di attivazione del regolamento comunitario 1040/2002 per sostenere i proprietari delle zone colpite”.

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