Inventori in erba: crea e sperimenta una canoa con 150 bottiglia di plastica
Emanuele Renna, 16enne, ha resistito in acqua per venti minuti. Poi la struttura ha ceduto. Ma ha capito dove ha sbagliato. E rimedierà
LECCE – Per venti, interminabili, minuti ha sperato che il frutto della sua creatività potesse reggere. Poi, alcune saldature sulla parte inferiore hanno iniziato a cedere. Non hanno retto più il suo peso. Ma lui, l’Archimede Pitagorico in erba, non si arrende. Dice di aver capito dove ha sbagliato e quindi ci riproverà.
Emanuele Renna, 16 anni, classe 3°B Sia dell’istituto “Galilei-Costa” di Lecce (scuola che dice di aver scelto proprio perché improntata all’imprenditorialità), è un ragazzo sveglio e curioso. Ama inventare e così ha sperimentato qualcosa di unico nel suo genere: una canoa realizzata usando soltanto di bottiglie d’acqua minerale riciclate. L’idea gli era venuta verso la fine dell’anno scolastico. Per colore e per l’uso che ne faceva in famiglia, ha scelto bottiglie di plastica di una sorgente calabrese.
Ha raccolto 150 bottiglie (e di tempo ce ne ha messo, coinvolgendo tutti i suoi conoscenti), ha pensato come saldarle e legarle tra loro, formando un’imbarcazione, e nei giorni scorsi ha provato a sperimentare l’ebrezza del varo. Il comandante è andato avanti per venti minuti circa e non ha certo abbandonato la nave durante l’affondamento. Tutt’altro, ha pensato bene di rielaborare il tutto per arrivare alla riproduzione perfetta, in grado di sostenere traversate più lunghe.
“Non mi piace stare fermo a oziare – racconta Emanuele – e quest’estate mi è balenato questo pensiero e non ho resistito all’idea di metterlo in pratica. C’ho messo più tempo a raccogliere il numero necessario di bottiglie (ho mobilitato amici e parenti) che per costruire la canoa. Ero molto eccitato all’idea di metterla a mare e vedere se avevo fatto bene i calcoli ma non è andata come speravo”.
“Ho capito in cosa ho sbagliato – aggiunge -, o meglio, in cosa devo mettere più attenzione; gli strati inferiori devono essere più resistenti e le saldature più accurate. Comunque è stato tutto molto divertente e stimolante, sia la fase di raccolta delle bottiglie, che quelle di montaggio, trasporto e messa in acqua. Un po’ meno divertente per i miei genitori che si sono visti la casa inondata di bottiglie di plastica. Ho intenzione di continuare l’esperimento e riuscire nell’intento. La prossima sarà perfetta”.