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Tre anni al comando, il saluto del colonnello Zanchi alla terra che l'ha accolto

Nuovo incarico a Palermo per il comandante provinciale dell'Arma. Sotto la sua guida, molte le operazioni di rilievo nel Salento

LECCE – Dopo un periodo d’instancabile lavoro alla guida del Comando provinciale dell’Arma, il colonnello Giampaolo Zanchi lascia Lecce. Lo attende un nuovo incarico di prestigio, a Palermo, al comando del 12° Reggimento carabinieri “Sicilia”. E ieri, accompagnato dalla moglie Laura, funzionario del ministero della Difesa, in questo periodo in “prestito” all’Interno, svolgendo mansioni in Prefettura, ha voluto salutare quanti hanno stretto con lui un rapporto di collaborazione, sfociato, come ha voluto sottolineare, in molti casi nell’amicizia.

L’ha fatto proprio in Prefettura, nel Salone degli specchi, sede di tanti incontri svolti in questi anni per definire strategie e misure riguardanti il territorio. A fare gli onori di casa, il prefetto Maria Teresa Cucinotta. Davanti a una platea di attori istituzionali e non, vertici di forze dell’ordine e armate, di tribunali e procura (vecchi e nuovi), sindaco Carlo Salvemini e presidente della Provincia Stefano Minerva, giornalisti e tanti altri compagni di viaggio (in primis, ovviamente, i comandanti delle compagnie dei carabinieri e di altre specialità dell’Arma), non riuscendo a nascondere un pizzico di emozione (segno tangibile di quanto affetto abbia maturato per il Salento), il colonnello e la moglie hanno fatto un breve discorso di commiato, ricordando il Salento come una “splendida terra” che li ha accolti “con calore, generosità e signorilità”.

Un ringraziamento, dunque, ha sottolineato il comandante Zanchi, per tutto ciò che in questo periodo è stato trasmesso, per il lavoro in piena sinergia con le altre forze dell’ordine e con le forze armate, “con cui condividiamo una retaggio di valori comuni”. Non mancando di rimarcare l’efficienza della squadra della Prefettura, fondamentale come quello della Procura, e salutando anche la stampa, ricordando come svolga un lavoro molto delicato, quello di “veicolare alla comunità una corretta informazione”, rendendo il “senso della sicurezza percepita e reale”.

Sono trascorsi tre anni esatti dall’arrivo, per il più giovane comandante provinciale che la provincia di Lecce abbia mai avuto: quando si insediò, il 5 settembre del 2016, il colonnello Zanchi aveva 44 anni. Tre anni, dunque, che, osservando il bilancio su quanto avvenuto sotto la su direzione, sembrano persino di più, tale l’intensità dell’opera, tutta rivolta alla sicurezza del territorio. Sotto il suo comando, si sono succedute operazioni di particolare rilievo, alcune delle quali, hanno avuto rilievo nazionale.

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Si possono menzionare, per esempio, le operazioni “Staffetta”, “Serpe”, “Twilight”, “diarchia”, “Nigeria”, “Contatto”, “Alì Babà”, “Santi Medici”, “Orione”, “Labirinto”, “Var Bay”, “Amici miei”, “Short message”, “Tornado”, “Ghost Wine”, il filone “Barbapapà”. Estorsioni, usura, associazioni di stampo mafioso, furti, rapine, spaccio e altri reati: una guerra su più fronti con molti successi. Senza scordare che sotto il suo comando si sono svolte le indagini riguardanti la tragica morte di Noemi Durini di Specchia, gli arresti per spaccio e omicidio seguiti all’assassinio del giovane Francesco Fasano di Melissano, il triplice omicidio di Cursi, quello di Mattia Capocelli di Maglie, lo scioglimento di vari consigli comunali sciolti per presunte infiltrazioni mafiose, le varie interdittive antimafia, l’insediamento di una task force anticaporalato e altro ancora (tutti i dettagli sulle operazioni, nel Pdf in allegato).

Molto dicono anche i numeri. Quando il colonnello Zanchi si è insediato al comando del provinciale di Lecce, l’Arma dei carabinieri aveva operato 5mila 94 denunce a piede libero e arrestate 554 persone. Ad un anno esatto dal suo arrivo, i suoi carabinieri, sotto la sua alta direzione, avevano denunciato 5mila 523 persone, arrestandone 635. L’anno successivo erano 5mila 692 le denunce e 650 gli arresti. Infine, nell’ultimo anno, le denunce sono state 4mila 905 e gli arresti 824. Un’attività di prevenzione e repressione che ha contribuito a ridurre l’indice di delitti in provincia.

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