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Lopalco, fiducia e prudenza: "Il picco è passato, attenti alle micce"

L'epidemiologo salentino, a capo della task force pugliese, ha commentato il quadro generale in un post. Se il trend fosse rispettato e non ci fossero sorprese, ha sottolineato, tra due settimane la svolta

LECCE - Il picco è passato, o quasi, e ora l'Italia si trova sull'altopiano: l'orizzonte si vede bene, ma si può sempre inciampare su qualche spuntone che non pregiudica la prospettiva ma che può ancora fare molto danno, da un momento all'altro. Con questa metafora il professor Luigi Lopalco, l'epidemiologo messo a capo della task force pugliese per l'emergenza Covid-19, ha descritto la fase attuale dell'andamento epidemiologico. 

"Nello sforzo collettivo di interpretazione epidemiologica dell'esistente oggi è l'ora dell'qltipiano. Anche il mio amico Silvio Brusaferro, chiamato a presiedere l'istituto Superiore di Sanità nel momento più difficile della storia di questo secolo (a lui va tutta la mia stima e solidarietà), per descrivere quello che succede ora alla curva epidemica nomina l'altipiano. L'immagine rende bene. Come un altipiano è formato da tanti picchi più o meno dolci che visti all'orizzonte si mostrano come una linea continua, allo stesso modo la curva epidemica italiana al momento è il risultato di diversi picchi regionali o provinciali che messi insieme formano un plateau con un numero più o meno costante di nuovi casi ogni giorno. Questo ad esempio é quello che osserviamo in Puglia ormai da giorni dove il plateau (circa 100-120 nuovi casi segnalati al giorno) è il risultato di una serie di più piccoli focolai locali".

Alla domanda che tutti incessantemente si pongono - su quando inizierà la discesa - lo scienziato cresciuto a Lecce, dove ha casa, risponde così: "Difficile fare previsioni (anche se qualche buontempone ha addirittura messo per iscritto le date dell'ultimo caso che sarà segnalato in ogni regione) ma se il trend fosse rispettato e non si presentassero sorprese, entro un paio di settimane la situazione potrebbe essere davvero positiva".

L'esperto epidemiologo, docente universitario a Pisa, spiega quali sono i rischi da evitare: "Se anche il numero di persone davvero contagiato fosse 10 milioni; macché, abbondiamo, 20 milioni, resterebbe sempre una quota di suscettibili altissima (40-50 milioni) - soprattutto concentrata nelle regioni meno colpite del Centro-Sud che si comporterebbe come una vera polveriera pronta ad esplodere se non si riuscisse a spegnere ogni miccia. Le micce si accendono di continuo e di continuo i servizi territoriali corrono a spegnerle. Se questa azione di pompieri si facesse in assenza di misure di distanziamento sociale sarebbe impossibile da attuare.Teniamo duro ancora un po' perché dalla cima di un altopiano l'orizzonte si vede bene".

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