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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Se ne è andato Mimmo Renna, profeta in patria: con lui il Lecce ritrovò la serie B

Attaccante estroso, tecnico vincente, ha dedicato al calcio tutta la sua vita. Lecce e Ascoli, proprio le due squadre che gli hanno dato grandi soddisfazioni, si affrontano stasera, col lutto al braccio

LECCE – Se ne è andato a poche ore da Lecce-Ascoli, le due squadre che più hanno segnato il suo percorso da allenatore: la prima la riportò in serie B nella stagione 1975/76, dopo 27 anni. Con la seconda è entrato nelle statistiche del calcio italiano grazie al record di punti, sempre nella cadetteria.

Antonio Renna, detto Mimmo, avrebbe tra un mese compiuto 82 anni, ma le conseguenze di una emorragia cerebrale sono state irreversibili. Nell'anticipo di questa sera, alle 21 al Via del Mare, le due squadre giocheranno con il lutto al braccio e sarà rispettato un minuto di silenzio: destino o casualità, una sfida che fa venire la pelle d'oca. Il club giallorosso si è stretto subito attorno alla moglie Ines e ai figli. Nell'aprile del 2017, in occasione di Lecce-Juve Stabia, Renna fu premiato con una maglia commemorativa per il suo 80esimo compleanno (il 2 marzo).

Da calciatore ha militato anche in A con Bologna, Lazio e Varese. Attaccante prolifico ma prima ancora imprevedibile ed estroso, aveva la vocazione per il bel gioco e la mise in pratica da allenatore, con importanti risultati. Dopo aver portato il Brindisi alla salvezza in serie B, passò al Lecce conquistando la cadetteria dopo 27 anni di assenza dei giallorossi. Nella stagione successiva Renna e i suoi ragazzi raggiunsero una tranquilla permanenza dopo aver sfiorato la zona promozione.

Quindi si accasò all’Ascoli, con cui vinse il campionato stabilendo con 61 punti quello che poi rimasto il record della serie B nella formula a 20 squadre e con due punti a vittoria. Quindi Bari, Palermo, Catanzaro, Catania e molte altre squadre fino alla conclusione della sua carriera da allenatore. Le squadre che ha allenato hanno sempre offerto un gioco offensivo e molto tecnico (continua sotto).

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Mimmo Renna nella sua città è stato dunque uno dei pochissimi a smentire il detto nemo propheta in patria ed è ricordato anche per la grande dedizione che ha dimostrato verso i giovani, avviandoli alla pratica sportiva a partire dal 1999 e per il decennio successivo. Molto commosso il ricordo di Elio Donno, decano dei giornalisti sportivi leccesi, che al 17enne Renna fece a Bologna, per “Mercoledì sport”, settimanale de la Gazzetta del Mezzogiorno, la sua prima intervista.

“Da calciatore - ha ricordato il giornalista - Renna ha vinto anche uno scudetto a Bologna, l'ultimo dei sette dei felsinei, con Bernardini allenatore nella stagione 1963/64, sin da ragazzino era molto estroso palla al piede: era una delizia vederlo al Carlo Pranzo dribblare i più grandi. Fu lui la vera prima scoperta di Attilio Adamo. Da allenatore sostituì Chiricallo sulla panchina del Lecce e diede il via a una grande rincorsa fino, alla partita di Messina dove conquistammo la promozione in B dopo 27 anni. Poi venne l’Ascoli dei miracoli. Aveva un carattere umile ma forte, quando era al Bari litigò con Matarrese e andò via. Sensibile era il suo vice, con lui c’era un sodalizio, creava un rapporto stretto  con tutti i giocatori. Di poche parole, geloso del suo lavoro, ha amato il calcio fino alla fine. Bella l’esperienza della scuola calcio a Lecce, con l’allora sindaco Adriana Poli Bortone”.

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