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Sabato, 20 Aprile 2024
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Premi e commemorazioni, Foro di Lecce in festa fra passato, presente e futuro

Assegnati i premi a chi ha decenni di professione, ma anche a chi appena entrato nel mondo dell’avvocatura ha saputo distinguersi

LECCE - Una festa per celebrare il passato, il presente e il futuro del Foro di Lecce è quella che si è svolta questa mattina nell’aula magna “Vittorio Aymone”, presso la Corte d’Appello del Palazzo di Giustizia di viale Michele De Pietro. In una sala gremita di ospiti sono stati assegnati i premi a chi ha alle spalle decenni di professione, ma anche a chi appena entrato nel mondo dell’avvocatura ha saputo contraddistinguersi per merito nell’esame di abilitazione (2016-2017).

Gli auguri a tutti i premiati sono stati fatti dal sindaco Carlo Salvemini, attraverso il consigliere Cosimo Murri Dello Diago, e dal padrone di “casa”, il giudice Roberto Tanisi, a capo della Corte d’Appello di Lecce, che su invito della presidente del Consiglio dell’Ordine Roberta Altavilla, ha preso la parola: “Questa casa è la casa di tutti gli avvocati e sono lieto e orgoglioso di essere presente nel giorno in cui l’avvocatura salentina celebra i suoi fasti, soprattutto in un momento in cui siamo amareggiati dalle ultime vicende, vicende tristi che vorremmo rimuovere”. Il riferimento è all’inchiesta su scambi illeciti di favori che nei giorni scorsi ha portato all’arresto del pubblico ministero Emilio Arnesano (in carcere) e dell’avvocatessa Benedetta Martina (ai domiciliari) e che vede tra gli indagati anche altri legali.

E’ un messaggio d’amore al suo Foro, quello lanciato dalla presidente Altavilla: “Oggi si festeggia l’unione e la solidarietà. Non siamo una casta ma un corpo sociale che ha fatto grande il nostro paese. Non siamo una categoria che si fa la guerra. Anzi. Siamo solidali l’uno con l’altro. E dobbiamo continuare ad essere così uniti e combattere contro chi vuole screditare la nostra categoria, fatta di tanta gente onesta e dedita alla professione. Lo dimostrano eventi come quello di oggi. Lo dimostrano tutti quei legali che hanno scritto pagine bellissime della nostra avvocatura, lo dimostra il coraggio di chi è appena entrato in questa realtà. Una realtà che di certo non vive i fasti di una volta. Le difficoltà e gli ostacoli sono tanti, spesso dovuti alla politica".

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"Ed è a loro - ha proseguito -, proprio ai più giovani, che va il mio incoraggiamento, e il consiglio di avere sempre rispetto per la toga, un bene così prezioso, sul quale troppo spesso viene gettato fango. Ragazzi, non dimenticate mai la modestia, la semplicità, la diligenza, l’impegno, il decoro necessari in questa professione. Non andate alla ricerca dei facili guadagni, perché i facili guadagni portano tante mortificazioni. Ci vuole tantissimo per costruire una carriera, ci vuole un secondo per distruggerla. Non lo dimenticate mai, perché quando un avvocato fa danno alla propria toga, quest’ombra si estende a tutta l’avvocatura”.

Durante la cerimonia, non sono mancati momenti di commozione come quando l’avvocato Maurizio Fumarola Mauro ha ricevuto dal consigliere segretario Vincenzo Caprioli la targa alla carriera per i 70 anni di professione. Il legale ha ricordato di essere arrivato a Lecce, poco più che ventenne, dopo la terribile esperienza vissuta in un campo di concentramento in Austria: “A Lecce ho trovato una splendida accoglienza e un foro brillante con avvocati di altissimo spessore”.

Grande commozione anche nel momento del ricordo dell’avvocato Luigi Renna, scomparso un mese e mezzo fa, e che sarebbe stato fiero di ricevere la medaglia d’oro per i cinquant’anni di carriera, consegnata alla moglie e al figlio. Lo stesso riconoscimento è andato anche agli avvocati: Luigi Raffaele Cagnazzo, Costantino Chirizzi, Sebastiano Vetromile e Nicola Stefanizzo. Una targa per i 60 anni di professione è stata consegnata agli avvocati Cosimo Ingrosso, Giovanni Fina, Adolfo Guacci, Pantaleo Gabrieli Tommasi e Romano Macrì.

Novità di quest’anno è stato il premio speciale, conferito all’avvocatessa Giorgia Rollo, per il suo impegno civile e per le iniziative sociali a tutela dei più deboli, come la realizzazione di un lido a San Foca, attrezzato del necessario per consentire a chi è affetto da Sla e da altre patologie meno gravi di “vivere” il mare.

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Durante la cerimonia, hanno prestato “giuramento” davanti al Consiglio dell’Ordine degli avvocati: Roberta D’Andrea, Elisabetta Pagone, Simone Pellegrino, Roberto Ricchiuto e Nicola Romano. Subito dopo, è arrivato il momento della premiazione degli avvocati più meritevoli nell’esame di abilitazione 2016-2017. Il vicepresidente Raffaele Fatano ha consegnato la “Toga d’oro” e il premio “Vittorio Aymone” al migliore classificato in tutte le discipline: Valentino Leuzzi; la consigliera Laura Bruno ha consegnato il premio “Pietro Lecciso”, con l’avvocato Giovanna Guglielmi (in rappresentanza della famiglia che ha istituito il premio), a Marco Dell’Anna, che si è contraddistinto nelle materie di civile, ricevendo così dal consigliere Salvatore Vincenti, anche il premio “Vittorio Mormando”.

Migliore classificato nelle prove di diritto penale è stata invece l’avvocatessa Federica Falsetta Spina, alla quale il consigliere Luigi Corvaglia e l’avvocato Ugo Lisi hanno consegnato il premio “Antonio Lisi”. Il premio “Antonio Nanna” è stato consegnato dal consigliere Paolo Marseglia all’avvocato Giulia Valentini, che si è contraddistinta nelle materie di diritto del lavoro, diritto civile e procedura civile; il premio per il diritto amministrativo “Camera amministrativa” è stato assegnato dal consigliere Luciano Ancora e dall’avvocato Roberto Gualtiero Marra a Marco Francesco Errico; il premio “Giuseppe De Judicibus” è stato consegnato dalla presidente del Comitato pari opportunità Ornella Rotino e dai consiglieri Andrea Lanzilao e Viviana Patrocino agli avvocati Maria Ludovica Parlangeli e Paolo Golia, i più giovani tra i secondi migliori classificati nel diritto penale.

A chiudere la cerimonia, un coro composto dagli avvocati Linda Coclite, Antonio Mazzeo e Rita Perchiazzi e dagli artisti del coro lirico di Lecce, che sotto la direzione del maestro Luigi Vetrugno, hanno interpretato l’antico canto natalizio “What child is this” e “Vivere” , canzone del 1937, interpretata da Tito Schipa nell’omonimo film.

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