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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Ricordo delle Foibe e polemiche: bufera su Mellone per le frasi su Anpi Lecce

La reazione del sindaco di Nardò alle valutazioni del sodalizio dei partigiani scatenano un putiferio: “Anpi Lecce va chiusa subito, pericolo per la democrazia”. Replica forte dei politici

NARDO’ - Si è accesa virulenta la bufera in questo inizio settimana nel giorno del ricordo delle vittime delle Foibe e la polemica a distanza tra l’Anpi Lecce e il sindaco di Nardò, Pippi Mellone, espressione del movimento di Andare Oltre e di formazione politica della Destra storica e militante, ha generato diverse reazioni a sostegno dell’associazione dei partigiani. Alle valutazioni sulla “retorica” commemorazione del giorno del ricordo quale “rigurgito di fascismo aggressivamente nostalgico” rese alla vigilia del 10 febbraio da parte della sodalizio Anpi nell’ambito di un articolato commento sulla verità storica in terra jugoslava, il primo cittadino neretino, appena ieri, replicava sferrando un altro duro attacco all'Anpi di Lecce auspicandone la “chiusura al più presto, perché rappresenta un pericolo per la democrazia”.

Un’esternazione che ha subito suscitato prese di posizione granitiche a sostegno dell'associazione dei partigiani, tra cui quelle del governatore di Puglia, Michele Emiliano, del sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, di consiglieri regionali, oltre alla replica della stessa associazione leccese. Anche Arci Lecce ha espresso vicinanza e solidarietà all’Anpi di Lecce così come hanno fatto altre associazioni civiche, studentesche e politiche. Nei giorni scorsi il senatore di Forza Italia, Maurizio Gasparri, aveva annunciato invece un'interrogazione al ministro dell'Interno per far avviare le procedure per sciogliere la delegazione di Lecce dell'Anpi.

Il post “contestato” di Mellone

“Oggi, 10 febbraio, la comunità di Nardò rende onore ai martiri delle foibe e dell’esodo giuliano dalmata” scriveva nel suo post pubblicato sul suo profilo social, il sindaco Pippi Mellone, “chi, ancora oggi, rifiuta di riconoscere le dimensioni di questa tragedia e reclama l'oblio per Norma Cossetto e tante altre vittime dei comunisti titini deve solo vergognarsi. Mi riferisco, in particolare, all’anonima Anpi Lecce, una sigla dietro la quale si nascondono uomini e donne fuori dal tempo e dalla civiltà. L'Anpi Lecce dev’essere chiusa al più presto, perché rappresenta un pericolo per la democrazia. Oggi il consiglio comunale di Nardò ha onorato con un minuto di silenzio la memoria di questa tragedia”concludeva Mellone, “mentre la fontana di piazza Castello è stata illuminata con i colori della bandiera tricolore. Onore all'Italia, onore a chi è morto nel nome della bandiera, onore a chi è stato ucciso solo perché italiano, onore a tutte le vittime dell'odio”.

La replica di Anpi Lecce

“Il sindaco di Nardò, non nuovo ad esternazioni contro la stessa ragion d’essere della nostra associazione, ha colto l’occasione del giorno del ricordo delle foibe per inoltrarsi in una temeraria richiesta di chiusura dell’Anpi di Lecce, e perché no anche di quella regionale e nazionale?” controbattono dall’associazione dei partigiani, “il motivo sarebbe nel rifiuto della nostra associazione di addomesticarsi alla costruzione retorica dei martiri italiani vittime dei partigiani titini in un contesto di guerra civile europea scatenata da Mussolini e da Hitler. Contesti storici, cifre delle vittime, circostanze documentabili, sono materia di nostre iniziative e pubblicazioni, e non di fake news e narrazioni falsificanti. Del resto la scorsa notte sono apparsi in quel paese dalle nobili tradizioni democratiche, culturali, sindacali, antifasciste, striscioni proditori dei suoi amichetti di CasaPound in pieno centro”.

“Questo sindaco è proprio andato oltre, così come si chiama il suo movimento politico ormai sfiorito” proseguono da Anpi Lecce, “dichiarando che vorrebbe difendere la stessa democrazia dall’Anpi, che è un ente morale deputato alla trasmissione della memoria partigiana e di quella lotta di Liberazione dal nazifascismo che consentì la Costituzione democratica e la stessa Repubblica. I fascisti, come dire, vorrebbero difendere la democrazia, una cosa mai vista in natura e nella storia. Che dire? Non risponderemo con l’odio ma con la cultura, la conoscenza, i valori di solidarietà, la crescita civile. A partire dalla mobilitazione regionale a Lecce contro la presenza di Salvini per il 19 febbraio”.

Le reazioni del mondo politico

“Si può dissentire con le posizioni che assume Anpi Lecce? Certamente si, nessuno ha la patente di infallibilità nel confronto politico” puntualizza il sindaco di Lecce, Carlo Salvemini, “si può, in ragione di una diversa opinione su fatti storici, chiederne la chiusura additandola come un pericolo per la democrazia? Certamente no, perché si cancella il principio della libera manifestazione del pensiero, diritto fondante degli ordinamenti democratici. l’Anpi è l’associazione dei partigiani italiani che si sono battuti per consentire a tutti la libertà di esprimersi. la stessa libertà che consente, ad esempio, ad associazioni politiche come CasaPound di svolgere la propria attività” precisa ancora Salvemini, “chiederne la chiusura e siglare alleanze politiche con Casa Pound è testimonianza di una totale ignoranza politica e culturale. Pippi Mellone polemizzi con Anpi Lecce quanto vuole ma non ne invochi la chiusura e chieda scusa”

Gli fa eco anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, che sulla questione è altrettanto determinato. “L’Anpi si è guadagnata il diritto all’esistenza perenne col sangue dei partigiani di tutti gli orientamenti politici che lottarono e vinsero la guerra di Resistenza, una guerra civile contro chi aveva per vent’anni tolto la democrazia agli italiani e precipitato il nostro Paese nella vergogna delle leggi razziali e nell’orrore della alleanza con il Nazismo, e della guerra” commenta Emiliano, “l’espressione da parte di chiunque e quindi anche di Anpi Lecce di una opinione libera, e quindi come tale anche opinabile, non può avere mai come conseguenza la negazione della libertà di opinione. Non si chiude la sede e non si spegne la voce di chi non si condivide, ma solo di coloro che ricostituiscono il partito fascista e usano la violenza come metodo di lotta politica”.

Per il presidente del gruppo regionale Italia in Comune, Paolo Pellegrino, “le parole social del sindaco di Nardò Mellone sono molto gravi. Soprattutto se dette da un giovane amministratore, che dovrebbe avere il buon senso di non veicolare simili e inutili messaggi su un revisionismo storico fuori luogo e illogico. Specie se così pubblicamente tramite un post Facebook. L’Anpi di Lecce, così come l’Anpi di ogni angolo d’Italia, sono il baluardo costante di chi, con impegno e costanza, ci aiuta a non dimenticare pagine buie della nostra storia e a farne tesoro per non ripetere più simili orrori. Come presidente del gruppo regionale Italia in Comune rivendico con forza la scelta del partito, tra i pochi in Italia, di aver inserito nel proprio statuto il termine antifascista”.

“Penso che le tragedie storiche, causate da ideologie politiche folli, non debbano essere utilizzate per avvalorare nuove ideologie, altrettanto folli e antistoriche” il pènsiero espresso invece dal consigliere regionale del M5S, Cristian Casili, “nel caso specifico credo che nessuno può immaginare di chiudere luoghi di democrazia e di libertà, come Anpi, perché per fortuna oggi viviamo tempi più felici dove il pluralismo è un valore e non un pericolo da combattere.  Si ritorni con toni più seri alla realtà. Abbiamo vissuto periodi storici drammatici e la politica non può alimentare divisioni su temi che devono unire tutti i cittadini, senza alcuna distinzione”.

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