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Martedì, 16 Aprile 2024
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Sulla chiesa le scritte contro i "complici" di Tap. Il vescovo: "Il modo peggiore"

L'arcivescovo di Lecce, molto critico nei riguardi dell'opera, condanna quanto accaduto nella parrocchia di Santa Lucia ma ribadisce tutti i suoi dubbi

LECCE -  Le scritte contro il gasdotto Tap sono arrivate anche sulle mura di una chiesa, precisamente quella di Santa Lucia, a Lecce, in via Asti. Due slogan prendono di mira i “complici di Tap” e anche, nello specifico, “Pugliainforma”, denominazione che, tuttavia, non sembra corrispondere a nulla di concreto e potrebbe essere frutto di un equivoco.

L’episodio non è sfuggito all’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia, protagonista tra l’altro di una presa di posizione critica nei confronti dell’infrastruttura energetica già prima del suo insediamento nella diocesi del capoluogo salentino: “Opporsi e protestare contro chi vorrebbe deturpare per i propri interessi economici l’ambiente e la natura, patrimonio di tutti, e poi scagliarsi contro un edificio di culto che è un bene collettivo, un punto di riferimento per l’intero quartiere, un luogo di aggregazione che appartiene alla comunità, non solo è un controsenso e una vera e propria ipocrisia – ha commentato Seccia - ma è il modo peggiore per far valere le proprie ragioni. Il vandalismo e la violenza non sono certo la più opportuna cornice a un dibattito sia pur vivace e particolarmente sentito dalla nostra popolazione”.

L’arcivescovo raccomanda la strada da seguire nella contestazione del progetto: “Le vere lotte per la difesa di un diritto qual è il rispetto dell’ambiente e della salute, sono battaglie di civiltà per questo non possono e non devono sconfinare in episodi contro il bene comune: rappresentano una contraddizione e creano ulteriori divisioni e grande disagio sociale; come se non bastassero già i drammi esistenti. L’ho ripetuto in altre occasioni: abbassiamo i toni e rifiutiamo con forza ogni forma di violenza. Scavalcare il limite della legalità pur nella consapevolezza di ribellarsi a scelte nocive per il benessere di tutti, rimane comunque un atto del quale dar conto non solo alla giustizia terrena ma anche a quella divina ”.

chiesasantaluciascrittadue-2Seccia non cambia certo idea per un paio di scritte e questo tiene a ribadirlo: “Sulla vicenda del gasdotto ribadisco quanto già espresso fin dal mio arrivo nel Salento: ci saranno davvero benefici per questa terra e per la sua gente? Qualcuno dovrà pure spiegarlo alle popolazioni coinvolte da questa scelta. Papa Francesco nella Laudato sì ricorda a tutti noi che il Creatore ha affidato la terra all’uomo per proteggerla e tutelarla, per coltivare e custodire il giardino del mondo. Mentre «coltivare» - scrive il Papa - significa arare o lavorare un terreno, «custodire» vuol dire proteggere, curare, preservare, conservare, vigilare. Ciò implica una relazione di reciprocità responsabile tra essere umano e natura. Ogni comunità può prendere dalla bontà della terra ciò di cui ha bisogno per la propria sopravvivenza, ma ha anche il dovere di tutelarla e garantire la continuità della sua fertilità per le generazioni future”.

L’arcivescovo chiude quindi il suo intervento con un invito alla ragionevolezza: “Mentre auspico un immediato ritorno al dialogo e al sereno confronto tra le parti coinvolte perché si cerchino soluzioni, le più opportune, per il rispetto delle popolazioni e delle future generazioni ma anche per la salvaguardia di un ambiente, il nostro, troppo spesso ‘turbato’ dalle esigenze dello sviluppo e del mercato, sono vicino e solidale con il parroco e con l’intera comunità di Santa Lucia in Lecce dopo i fatti della scorsa notte e spero tanto che l’episodio ai danni dell’edificio sacro possa essere l’ultimo di una serie tra quelli che stanno sfigurando la bellezza e il decoro della nostra città”.

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