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Tar e locali, entro due mesi piano particolareggiato per il centro storico

Accolto il ricorso del Saloon Keeper 1933 che aveva impugnato il diniego del Comune alla richiesta di assenso per l’attività di somministrazione. Nuovo fronte per il cambio di destinazione d’uso

LECCE - Ancora un punto a favore per i titolari di locali del centro storico di Lecce che hanno presentato richiesta per il cambio di destinazione d’uso per consentire l’attività di somministrazione (o di consumo sul posto) e che sino ad ora hanno incontrato il diniego o parere sfavorevole dell’amministrazione  comunale che tra le motivazioni paventava l’ulteriore sbilanciamento verso le attività dedite al food in una zona già piena di locali di tale tipologia. Sulla questione è giunta ora un nuova sentenza del Tar che sblocca ulteriormente le maglie amministrative e impone, almeno per una parte del centro storico, al Comune di Lecce di procedere entro 60 giorni  alla redazione del Piano particolareggiato a cui viene affidato il compito di determinare le destinazioni d’uso dei locali commerciali presenti nella parte antica della città. In caso contrario sarà nominato in commissario ad acta.

E’ quanto stato stabilito dai giudici dalla prima sezione del Tar di Lecce che, in tale direzione, hanno accolto  il ricorso della titolare del Saloon Keeper 1933, assistito dall’avvocato Saverio Sticchi Damiani, e con la sentenza pubblicata nella giornata di oggi ha censurato l’inadempienza dell’amministrazione comunale disponendo di espletare entro due mesi la richiesta presentata dal titolare dell’esercizio commerciale nel giugno dello scorso anno. La vicenda potrebbe rappresentare un importante passaggio per risolvere le annose criticità legate alla possibilità di effettuare attività di somministrazione all’interno dei locali del centro storico che spesso è divenuto motivo di contrasto tra gli operatori commerciali e il Comune che in molti casi ha rigettato o congelato le richieste.

Anche il contenzioso tra il Comune e Saloon Keeper 1933  è legato  proprio dal diniego alla richiesta di assenso per l’esercizio di attività di somministrazione (o consumo sul posto) che gli uffici comunali avevano opposto alla titolare, eccependo che all’interno del locale condotto in gestione tale destinazione d’uso non esistesse prima dell’approvazione dell’attuale Piano regolatore generale, risalente al 1983. Ed infatti, secondo l’attuale regolamentazione urbanistica, all’interno delle varie zone antiche possono ottenere il via libera alla somministrazione solo gli operatori in grado di dimostrare che all’interno del proprio locale tale attività era esercitata prima di tale data, individuando il Piano particolareggiato quale unico strumento a cui è affidata la possibilità di ridisegnare i criteri per la concessione di nuove destinazioni d’uso.

Dopo il responso negativo ottenuto dal Comune, e a seguito di una prima diffida, la titolare del Saloon Keeper 1933, ha deciso di impugnare gli atti rivolgendosi al giudice amministrativo per chiedere l’accertamento dell’obbligo dell’amministrazione comunale ad avviare l’iter di approvazione del  piano particolareggiato, segnando un’iniziativa mai avviata sino ad oggi. La pronuncia del Tar favorevole alle tesi esposte nel ricorso accolto segna un momento di svolta commerciale per almeno parte del centro storico, che attraverso un nuovo strumento di disciplina delle possibilità d’uso dei locali potrà dotarsi di regole più aderenti al principio di libera concorrenza economica che regola il settore commerciale in questione e che a più riprese hanno invocato molti dei gestori di pub che operano nella zona antica.

In particolare, con il nuovo strumento di pianificazione sollecitato dal Tar molti operatori potranno accedere all’esercizio della somministrazione, e garantire all’interno del proprio locale il consumo sul posto, superando l’ostacolo temporale che caratterizza l’attuale contesto normativo di riferimento.

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