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Zoom su incidenti e recenti fatti di criminalità. Per il prefetto “nessun allarme”

Due le riunioni, in mattinata di oggi, in prefettura. Il primo tavolo ha acceso i riflettori sulle iniziative da intraprendere per limitare i sinistri mortali, come richiesto da una circolare del ministero dell’Interno. Il secondo sui recenti episodi di cronaca tra Lecce e Cavallino

LECCE – “Nessun allarme criminalità, né tantomeno riguardo all'incidentalità mortale”. Questa la versione della prefettura leccese che però, difficilmente, coinciderà con la percezione dei cittadini salentini, ripiombati nel giro di pochi giorni in una serie di gravi fatti di cronaca. E non basterà, al momento, per rassicurarli.

Due argomenti diversi, ma per alcuni tratti convergenti. Altrettante le riunioni, a porte chiuse, che si sono svolte nella mattinata di oggi presso gli uffici della prefettura. Entrambe riguardavano due aspetti della sicurezza del territorio: quella stradale e la tutela dalla criminalità locale. La preoccupazione sociale per i due fenomeni è il comune denominatore che ha fatto sì che, alla presenza del prefetto Maria Teresa Cucinotta, si sedessero al tavolo anche il questore, i vertici di Arma dei carabinieri, guardia di finanza e polizia locale, polizia stradale leccese e alcuni esponenti della giunta comunale di Palazzo Carafa.

I riflettori sono, per cominciare, puntati sull’incidentalità stradale. Non per un fatto di numeri (poiché, a detta del prefetto leccese, la quantità dei sinistri mortali nel 2019 risulterebbe in calo rispetto al biennio precedente). L’attenzione sul tema è stata “suggerita“ dal ministero dell’Interno che, attraverso una circolare inviata a tutti i prefetti d’Italia, ha inteso fare chiarezza sul'incidenza numerica dei sinistri mortali che, sul territorio nazionale, si sono intensificati negli ultimi giorni dell’anno appena concluso. Nella circolare si chiede dunque una sorta di monitoraggio delle città metropolitane e di quei capoluoghi come Lecce che sono dotati di comandi di polizia locale attivi 24 ore su 24 nella rilevazione dei sinistri. Ecco perché anche Lecce è finita fra le città “attenzionate”, come si direbbe in gergo.

Video | Incidenti, il punto della situazione

“Intanto abbiamo chiesto ai sindaci del Tacco la segnalazione di tratti stradali in corrispondenza di locali o luoghi di aggregazione dei più giovani”, fa sapere il prefetto del capoluogo salentino. “Ai primi cittadini è stato anche chiesto di far pervenire l’indicazione di particolari tratti  pericolosi per poi poter procedere con le successive misure: lampeggianti segnalatori, illuminazione nei tratti bui, rifacimento del manto stradale, rifacimento delle strisce pedonali e così via”. Provvedimenti per poter supportare la sicurezza di automobilisti e pedoni, dunque, anche in collaborazione con il Silb, l’associazione italiana dei locali di intrattenimento per tutti quegli aspetti che riguardano l’educazione stradale. “Implementeremo le campagne di sensibilizzazione, utilizzando l’offerta formativa fornita dalla scuola regionale di polizia locale, che ha una sede anche a Lecce. Visto che la nostra città è dotata di agenti di un comando che garantiscono la rilevazione di incidenti h24, sarebbe inoltre opportuno, nel tempo, pensare di liberare le altre forze dell’ordine da questo compito, per poterle mettere nelle condizioni di concentrarsi sulle attività investigative”, conclude.

Ma la sicurezza non è soltanto quella su strada…

Una secondo momento della mattinata è stato inoltre dedicato alla riunione tecnica di coordinamento delle varie forze di polizia del territorio, per analizzare e interpretare la serie di gravi fatti di cronaca che, negli ultimi giorni, hanno fatto ripiombare il Salento in un clima che si sperava fosse in parte superato. “Non si parli però di recrudescenza”, ha dichiarato il numero uno di via XXV Luglio. “Anche se si sono verificati episodi susseguiti temporalmente, si tratta di fatti vicini nel tempo ma distanti nella tipologia. Ci siamo già riuniti, venerdì scorso, per verificare la matrice di ogni singolo accaduto. Alcuni sono episodi personali, altri sembrerebbero di natura estorsiva. La magistratura sta indagando. Ma la collaborazione e la risposta può arrivare soltanto dalla vittima. Se questa supera la paura e collabora con forze dell’ordine e magistratura, possiamo farcela. Quello dello sparare in un condomino (il riferimento è all'accaduto di giovedì scorso nel quartiere Stadio, ndr) non è la normalità. Anche per questo esortiamo alla collaborazione. Questa è una provincia caratterizzata più che altro dal fenomeno degli incendi che, spesso, vengono fatti divampare per motivi di natura personale. Ma non siamo in situazioni allarmistiche come in altre città”, conclude il prefetto Cucinotta.

IMG_1829-2Il riferimento è a quella sequenza di attentati incendiari ai danni di attività commerciali a Cavallino, tra i quali anche una concessionaria di auto raggiunta poi anche da colpi di arma fa fuoco nei giorni seguenti al raid. Che risuonano tanto come un avvertimento mafioso. Ci sono stati poi, sempre in zona, alcuni arresti per il reato di estorsione e, praticamente poche ore addietro, persino una gambizzazione al fratello dell’ex collaboratore di giustizia della Sacra corona unita. Un ferimento con una pistola eseguito con spietatezza e chirurgico cinismo alle 20 di sera, in un’ora considerata “viva”. Mirko Monaco, il 36enne raggiunto dai proiettili, è stato inseguito dagli aguzzini dal pianerottolo del condominio fin giù. L’inseguimento ha dunque attraversato le rampe della scala, il portone, l’atrio condominiale e la strada. Dove diverse auto sono state crivellate dai colpi di un’arma.  Sarebbe potuto uscire improvvisamente qualcuno dalla propria abitazione, magari un bimbo e le conseguenze sarebbero state inenarrabili. Forse è il caso di domandarsi se siano davvero gli allarmi numerici a dettare quelli sociali. O se non basti già un episodio del genere a prestare la massima allerta.

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