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Tecnologia 5G, Salvemini: "Come per il Covid, seguo Istituto Superiore Sanità"

Sollecitato all'adozione di ordinanze di divieto, il sindaco richiama il parere del Centro Nazionale per la Protezione dalle Radiazioni e Fisica Computazionale

LECCE - L'adozione delle tecnologia di quinta generazione per la telefonia mobile ma anche per cioò che viene chiamato internet delle cose sta facendo discutere da mesi. L'attenzione sul tema è alta, forse non lo stesso si può dire quanto alla conoscenza, tanto che l'opinione pubblica appare attraversata da un dibattito polarizzato e rumoroso soprattutto sui social, nel quale gli "indifferenti" sono, probabilmente, la maggioranza che rimane silenziosa. 

Fatto sta che in Italia e anche nel Salento alcuni sindaci hanno disposto ordinanze di divieto di installazioni di ripetitori per il 5G, facendo riferimento al principio di precauzione e alla non accertata innocuità della tecnologia, come segnalato anche da alcuni segmenti della comunità scientica, come l'associazione dei Medici per l'ambiente. Anche oggi si dà notizia, del resto, di provvedimenti di moratoria adottati da vari primi cittadini. Sollecitato sul punto da diverse richieste, il sindaco di Lecce, ha così risposto nel corso della consueta finestra informativa sull'andamento dell'epidemia e sulle misure di controllo e contenimento adottate nel capoluogo.

"Da circa tre giorni - ha detto Carlo Salvemini questa mattina - ricevo attraverso vari canali, richieste di precisazioni e posizione sui pericoli derivanti dal 5G. si fa riferimento a ordinanze da vari sindaci, in nome della prudenza, e tra questi anche alcuni della nostra provincia. Come sempre in questi casi mi si chiede: e tu, sindaco, che fai? Io, per il momento, non ho alcuna intenzione di emanare ordinanze e vi spiego perché: sin dall’inizio di questa emergenza epidemiologica dalle dimensioni impressionanti, tutti noi, cittadini ancor prima che amministratori, abbiamo rivolto la nostra attenzione, affidato la nostra salute, consegnato la nostra fiducia alle autorità scientifiche. Da oltre un mese abbiamo preso confidenza con i responsabili dell’Istituto Superiore di Sanità, del ministero della Salute che ci indicano la strada per venir fuori. Ascoltiamo gli immunologi, i virologi, gli epidemiologi: abbiamo quindi ristabilito anche un corretto rapporto tra politica e scienza".

"Rispetto al 5G non intendo cambiare passo, derogare da questa valutazione: l’Iss ha recentemente illustrato alla commissione competente alla Camera un proprio rapporto legato ella evidenze scientifiche circa una possibile danno alla salute, ed è stato molto chiaro: non ci sono preoccupazioni tali da dover considerare una tecnologia inquinante o dannosa per la salute pubblica. Questo rapporto è pubblico e può essere consultato e con la stessa fiducia con la quale ogni giorno accogliamo le indicazioni delle autorità sanitarie per l’epidemia di Covid-19, con la stessa fiducia mi affido ad esse circa la valutazione della tecnologia 5G".

Qui per il report dell'Istituto Superiore di Sanità 5G_e_rischi_per_la_salute

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