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La statua di Sant’Oronzo cambia “casa”: trasferita nell’androne di Palazzo Carafa

Son cominciate questa mattina le operazioni di spostamento del monumento, in vista dell’intervento di restauro, affidato alla ditta “Colaci Emilio”, di Alessano

LECCE – Dopo circa cinque ore di delicate operazioni di imbracatura, sollevamento, trasporto e posizionamento, la statua di Sant’Oronzo è stata collocata nell’androne di Palazzo Carafa.

È lì che sarà portato a termine il complesso recupero del monumento religioso a cura della ditta “Colaci Emilio impianti e restauri”, di Alessano: l’ossatura lignea è talmente compromessa che il restauro non poteva essere condotto all’interno della gabbia metallica allestita attorno alla colonna che domina la piazza centrale di Lecce.

L'allora vice sindaco Alessandro Delli Noci, con il via libera della Soprintendenza, aveva dato già a novembre la disponibilità dell’androne principale, quello di via Francesco Rubichi, e dopo alcune settimane di attesa, dovute prima alla presenza degli addobbi natalizi e alle difficoltà riscontrate nelle prime prove di movimento, a causa dell’ossidazione degli ancoraggi che fissavano al statua alla colonna, l’operazione è stata conclusa con l’apporto della “Carlà Group” che he messo a disposizione una gru e vari mezzi perché ogni fase avvenisse in sicurezza. La supervisione è dell’ufficio Centro Storico diretto dalla dirigente comunale Claudia Branca, la direzione dei lavori è dell’architetto Patrizia Erroi.

Guarda il video: le delicate operazioni

Il laboratorio di restauro sarà a vista e costituirà dunque un ulteriore motivo di attrazione per i turisti ma anche per i tanti devoti del santo protettore della città. L’ultima volta che la statua di Sant’Oronzo è stata portata a terra per lavori di manutenzione è stato nei primi anni Ottanta.

Nel XVII secolo la statua si trovava al centro della piazza, ma nel 1739 un incendio innescato da fuochi d’artificio in occasione della festa patronale la distrusse. Ne venne commissionata una nuova ad alcuni maestri veneziani i quali, per evitare che si ripetesse un incidente così clamoroso, rivestirono il legno con una sottile lamina di rame che, evidentemente, non ha potuto impermeabilizzare del tutto la struttura. Nel corso della Seconda Guerra Mondiale la statua venne custodita nelle Officine Ferroviarie.

Anche l’arcivescovo di Lecce, Michele Seccia, ha voluto seguire le operazioni di sollevamento e di trasporto fino a terra, dopo le quali si è congratulato con tutte le maestranze. Intanto molti curiosi si sono accalcati attorno al nastro che delimitava la zona di intervento, per scattare le foto di una giornata comunque molto particolare.

Nei prossimi giorni inizierà una valutazione completa e definitiva della situazione della statua e saranno valutate tutte le opzioni disponibili. Il restauro sarà portato a termine con il contributo economico derivante dalle sponsorizzazioni presenti sul cantiere.

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