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Emendamento “blocca trivelle” del ministero. Spiraglio per fermare le ricerche nello Ionio

Buone nuove oggi dal Mise che ha annunciato il provvedimento che impedirà per tre anni il rilascio di circa 36 titoli autorizzativi, attualmente pendenti, compresi quelli rilasciati al largo di Leuca

LEUCA – E’ già pronto l’emendamento “blocca trivelle” che sarà presentato nei prossimi giorni  nel Decreto Semplificazione da parte del Governo nazionale e che verrà discusso a breve nelle Commissioni riunite Affari costituzionali e Lavori pubblici, comunicazioni. Il Ministero per lo sviluppo economico, retto da Luigi Di Maio, ha infatti messo a punto il prevedimento che prevede, per un "termine massimo di tre anni", la sospensione dei permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione, di ricerca o di coltivazione di idrocarburi. Grazie a questa sorta di moratoria, sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli autorizzativi, attualmente pendenti, compresi i tre permessi rilasciati per le trivellazioni al largo del mar Ionio e tra cui quelle della costa di Santa Maria Leuca. Un primo e significativo spiraglio nella bagarre che si è riaccesa in questi giorni anche in Puglia e nel Salento (ieri la diretta Rai di Agorà da Santa Maria di Leuca con Legambiente, Comitati No Triv e amministratori locali e pugliesi) a seguito del rilascio delle autorizzazioni di fine dicembre da parte del ministero per le nuove prospezioni anche nello Ionio.

L’emendamento è stato annunciato in queste ore dal sottosegretario al Mise, con delega all’energia, Davide Crippa. Nella proposta di modifica si afferma che “le attività upstream non rivestono carattere strategico e di pubblica utilità, urgenza e indifferibilità” e si prevede “l’introduzione del Piano per la transizione energetica sostenibile delle aree idonee, strumento già in programma da tempo, e la rideterminazione di alcuni canoni concessori. Il Piano andrà definito e pienamente condiviso con Regioni, Province ed Enti locali e individuerà le aree idonee alla pianificazione e allo svolgimento delle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi sul territorio nazionale e quelle non idonee a tali attività. Questo per assicurare la piena sostenibilità ambientale, sociale ed economica del territorio nazionale e per accompagnare la transizione del sistema energetico nazionale alla decarbonizzazione”.

E proprio in attesa dell’approvazione del Piano della transizione energetica l’emendamento prevede, “a tutela di tutte le parti in causa che, con un termine massimo di tre anni, saranno sospesi i permessi di prospezione e di ricerca già rilasciati, nonché i procedimenti per il rilascio di nuovi permessi di prospezione o di ricerca o di coltivazione di idrocarburi”. In questo modo il Mise rassicura che “sarà impedito il rilascio di circa 36 titoli attualmente pendenti compresi i tre permessi rilasciati nel mar Ionio”.

Emiliano: "Resa del Governo dopo le nostre rimostranze"

"Quella di oggi è la resa incondizionata del Governo di fronte alla dura presa di posizione del Coordinamento nazionale No Triv che si convocherà a Bari il prossimo 14 gennaio mi riempie di gioia. Speriamo che non facciano altri pasticci e che sappiano cosa fare per disinnescare la bomba da essi stessi lanciata". Lo dichiara il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, a proposito della decisione del Mise di fermare i permessi a cercare petrolio nel Mar Ionio. 

"Il 14 gennaio" ha detto ancora Emiliano, "predisporremo le nostre proposte al Governo per chiedere che la norma blocca trivelle sia definitiva e riguardi tutte le ricerche petrolifere nel nostro mare, entro e oltre le 12 miglia. Col petrolio si arricchiscono solo le società petrolifere private, agli italiani rimangono sempre e solo briciole e danni ambientali incalcolabili. E comunque" conclude il governatore, "se non ci fosse stata la pronta reazione dei comitati noTriv di cui la Regione Puglia fa parte, avrebbero tranquillamente continuato a fare quello che facevano Renzi e Calenda a danno dei nostri mari".

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