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Mercoledì, 24 Aprile 2024
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Un piazzale intitolato al maresciallo Zacchino, il carabiniere “partigiano”

Cerimonia a Nardò per omaggiare la figura del militare che tra il 1943 e il 1945, in Toscana, sostenne la causa dei gruppi partigiani. Presto un gemellaggio con il Comune di Manciano

NARDO’ - Cambio della toponomastica cittadina per intitolare il piazzale delimitato da via Raho e viale della Libertà (sul quale sfociano via Fiume e via Cavour) nel ricordo dell’eroico maresciallo dei carabinieri Luigi Zacchino, originario di Nardò. La cerimonia di intitolazione si è svolta nella giornata di ieri alla presenza del presidente del consiglio comunale, Andrea Giuranna, del consigliere Paolo Arturo Maccagnano e degli amministratori del Comune di Manciano, in provincia di Grosseto, dove il militare neretino prestò servizio sino al 1951.

In rappresentanza del Comune toscano e dei cittadini mancianesi, era presente l’assessore alle Politiche sociali, Valeria Bruni, accompagnata dall’agente di polizia locale, Erika Terzini e dal maresciallo dei carabinieri Giovanni Scotto. Presenti in rappresentanza dell’Arma anche il comandante della compagnia di Gallipoli, il capitano Francesco Battaglia, e il comandante della stazione di Nardò, Vito De Giorgi. Presente alla commemorazione anche la figlia di Luigi Zacchino, Gianna Rosa, nata a Manciano, proprio all’interno dell’attuale caserma dei carabinieri. “Abbiamo prontamente accolto la segnalazione del sindaco di Manciano ricostruendo, grazie anche alla collaborazione fattiva del consigliere Paolo Maccagnano, l’opera di questo coraggioso maresciallo e legando i fili di una storia che oggi vede testimoni i cittadini di Manciano e i familiari, ad iniziare dalla figlia Gianna Rosa” spiega il presidente dell’assise Giuranna, “ci siamo lasciati con la reciproca promessa di avviare le procedure di gemellaggio tra i due comuni, naturalmente nel nome di Luigi Zacchino”.

Un momento di valorizzazione storica e antropologica alla quale hanno partecipato con entusiasmo i rappresentanti della comunità di Manciano per onorare il maresciallo dei carabinieri originario che negli anni tra il 1943 e il 1945, in Toscana, sostenne la causa dei gruppi partigiani. “Siamo emozionati perché quella celebrata è stata una giornata tanto importante per Nardò quanto per i mancianesi” ha detto l’assessore Valeria Bruni, “siamo felici di essere presenti a Nardò per ricordare una figura così importante, tanto cara a tutti i mancianesi. Molti chilometri ci separano da Luigi Zacchino, ma la memoria mantiene vivo questo legame, indissolubile. Ringrazieremo sempre il maresciallo Luigi per ciò che ha fatto per noi”. Gli amministratori dei due Comuni, il sindaco Pippi Mellone e il suo collega toscano Mirco Morini, si sono lasciati con la reciproca promessa di avviare le procedure di gemellaggio.

La storia del carabiniere “partigiano”

Il maresciallo neritino Luigi Zacchino, classe 1905, comandò la stazione dei Reali Carabinieri di Manciano nel periodo della caduta del fascismo. Sin dalla notizia dell’armistizio, sostenne la causa dei renitenti alla leva della Rsi e dei gruppi partigiani, informandoli di possibili rastrellamenti. Uno straccio rosso avvolto alla persiana del corridoio della caserma era il segnale che utilizzava per avvisare del pericolo. Nell’ottobre del 1943, venuto a conoscenza delle intenzioni dei fascisti di arrestare Sante Arancio, comandante del primo gruppo partigiano della zona, la Banda Arancio di Montauto, riuscì ad avvertirlo consentendogli di mettersi in salvo con la famiglia.

Fu molto vicino alla banda, che lottava per la liberazione nella Maremma tosco-laziale, e proprio sua nipote Virginia porta il nome della moglie di Arancio Sante. Disattendendo gli ordini e non curandosi delle minacce del prefetto fascista Alceo Ercolani, che sollecitava gli arresti dei giovani renitenti alla leva, in più occasioni assicurò rifornimenti alimentari e munizioni alle formazioni partigiane della zona. Successivamente si occupò del fermo e degli interrogatori di un centinaio di fascisti, contribuendo all’accertamento delle responsabilità di diverse azioni repressive ed eventi sanguinari.


 

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