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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Otranto

Presunti abusi al “Dolce Riva”, accusati in 10. Tra questi due dirigenti comunali

Si discuterà il 4 marzo la richiesta di rinvio a giudizio scaturita dall’inchiesta che nel dicembre 2017 sfociò nel sequestro della struttura turistica, in località Grotta Monaca, a Otranto

OTRANTO - Gli indagati nell’inchiesta sui presunti abusi edilizi nel “Dolce Riva”, in località Grotta Monaca, a Otranto, inizialmente erano tre, ma a rischiare il processo ora sono in dieci, e tra questi ci sono anche due responsabili del Comune accusati anche di abuso d’ufficio e falsità ideologica per aver rilasciato autorizzazioni e certificati ritenuti illegittimi. Si tratta di Emanuele Maria Maggiulli, 53enne residente a Muro Leccese, dell’ufficio tecnico, e Giuseppe Tondo, 66, di Otranto, dell’area Ambiente, protezione civile e pubblici spettacoli.

Si sarebbe dovuta discutere in mattinata la richiesta di rinvio a giudizio formulata dal pubblico ministero Roberta Licci, ma il giudice Simona Panzera, preso atto dell’adesione allo sciopero (contro la nuova legge sulla prescrizione) degli avvocati difensori, ha rinviato l’udienza preliminare al 4 marzo.

Oltre ai due funzionari, il procedimento che il 12 dicembre 2017 sfociò nel sequestro della struttura, divenuto oggetto di una battaglia giudiziaria tra difesa e accusa (il cui ultimo passaggio è stato quello della conferma dei sigilli da parte del Tribunale del Riesame), coinvolge anche: il legale rappresentante della società (fino al 22 dicembre 2015) Anna Rita Vetruccio, 57, di Maglie ma residente a Otranto, affittuaria della struttura turistico-ricettiva e il suo successore Igor Cantoro, 30, di Poggiardo e residente a Otranto; il tecnico progettista e direttore dei lavori Mario Luigi Stefanelli, 65, residente a Otranto; e i comproprietari dei terreni Adriano Benedetto Provenzano, 56, di Milano, Fausto Provenzano, 59, di Milano; Silvia Milena Provenzano, 61, di Sondrio, Giuliana Provenzano, 85 anni, originaria di Matino ma residente a Lecce; l’avvocato Mario Luigi Provenzano, 55, di Matino, nelle vesti di procuratore.

Tutti rispondono di distruzione o deturpamento di bellezze naturali e di abusivismo edilizio, per quegli interventi finalizzati a realizzare uno stabilimento turistico-balneare di oltre 15mila e 700 metri quadrati dove poter svolgere anche attività di intrattenimento musicale, che sarebbero stati eseguiti in assenza delle opportune autorizzazioni. Ed è proprio sui permessi rilasciati che il pubblico ministero muove anche le accuse di abuso d’ufficio e falsità ideologica sia nei riguardi dei due dirigenti Tondo e Maggiulli che degli affittuari Vetruccio e Cantoro e del tecnico progettista Stefanelli.

A difenderli ci penseranno gli avvocati: Mauro Finocchito, Ivana Quarta, Luca Bruni, Giampaolo Salvatore e Cristiano Solinas, Antonio Quinto.

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