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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

A processo per un tentato furto di autovettura mai avvenuto, assolti padre e figlio

Ci sono voluti due processi per dimostrare l'innocenza degli imputati. La difesa ha fatto emergere l'insussitenza delle accuse

LECCE – Padre e figlio sono finiti a processo con l’accusa di aver tentato di rubare un’autovettura, una Bmw 530, nell’aprile del 2015. Quel reato, però, non solo non l’hanno mai commesso ma, come emerso in due distinti processi (uno celebrato dinanzi al Tribunale ordinario, l’altro per i minorenni), non è mai avvenuto. Sandro e Gabriele Tumolo, 56 e 19 anni, di Leverano, assistiti dall’avvocato Carlo Scalinci, sono stati assolti con formula piena, perché il fatto non sussiste, dall’accusa di tentato furto dal giudice Stefano Sernia.

I guai giudiziari per il i due sono iniziati nella primavera del 2015, dopo la denuncia presentata da un uomo di Veglie, che li ha accusati del tentato furto dell’autovettura e di materiale ferroso abbandonato. Il processo a carico del figlio, minore all’epoca dei fatti, è stato celebrato dinanzi al Tribunale per i minorenni di Lecce. Nel marzo scorso, in sede dibattimentale, dopo l’ascolto della persona offesa (caduto in forte contraddizione) e del teste della difesa, l’avvocato Scalinci ha fatto emergere l’insussistenza delle accuse del tentato furto dell’auto. Il giudice ha quindi assolto il 19enne con formula piena, condannandolo a due mesi (pena sospesa) per il solo tentato furto del materiale ferroso. Condanna poi impugnata in appello dalla difesa.

Successivamente, nel processo a carico del padre, imputato solo per il tentato furto della vettura, la difesa ha prodotto la sentenza di assoluzione del figlio e i verbali di udienza dell’ascolto della persona offesa e del teste della difesa. Il giudice Sernia ha messo agli atti i documenti e, dopo l’ascolto della presunta parte offesa, ha assolto anche il padre con formula piena. La difesa, ripercorrendo la vicenda, ha evidenziato come i fatti denunciati e descritti dalla persona offesa fossero stati ideati falsamente, in quanto non supportati da alcun riscontro obbiettivo, e in forte contrasto e pieni di contraddizioni anche con i racconti del teste. Nei prossimi giorni il legale valuterà l’opportunità di presentare, a nome dei suoi assistiti, querela per calunnia.

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