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Cronaca Alezio

A processo per sedici telefonate, assolto vigile urbano

L'agente di Alezio accusato di peculato è stato prosciolto con formula piena, richiesta anche dal pm. L'inchiesta era nata da un esposto anonimo. Aveva in realtà chiamato poche volte il padre, malato

LECCE - E' stato assolto con formula piena, perché il fatto non sussiste, Giorgio Bottazzo, 53 anni, agente della polizia municipale in servizio presso il comando di polizia municipale di Alezio, accusato di peculato. La sentenza di assoluzione è stata pronunciata dal giudice dell'udienza preliminare Carlo Cazzella, al termine del giudizio con il rito abbreviato. Anche l'accusa, rappresentata dal sostituto procuratore Antonio Negro, aveva chiesto il proscioglimento.

L'inchiesta, condotta dal pubblico ministero Giovanni Gagliotta, era stata avviata sulla scorta di un esposto anonimo in cui erano stati evidenziati alcuni presunti illeciti riferibili a Bottazzo. Nell'ambito delle indagini erano state imputate all'agente alcune presunte telefonate, di carattere personale, fatte utilizzando l'apparecchio fisso dell'ufficio o l'utenza mobile di servizio. Si era trattato, però di poche telefonate, tutte della durata di alcuni secondi, del costo così irrisorio da non poter neanche configurare il reato di peculato.

La difesa dell'imputato, rappresentata dall'avvocato Silvio Verri, aveva inoltre dimostrato, dati alla mano, come la maggior parte delle telefonate erano state fatte da altri colleghi di Bottazzo verso i propri figli, in occasione di giornate in cui il 53enne non era in servizio. Le uniche realmente addebitabili a Bottazzo erano delle brevissime comunicazioni con il padre che all'epoca era gravemente malato. Un elemento che la stessa Cassazione ha più volte sancito come legittimo. Si chiude così, con un'assoluzione, una vicenda per certi versi grottesca.

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