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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Per la Xylella abbattuti 104 alberi d’ulivo. Ambientalisti presentano esposto in Procura

Conclusi gli interventi di Arif in agro di Lecce, Trepuzzi, Galatina, Sternatia e Copertino. Ma la "crociata" contro il batterio non smette di alimentare dubbi su quale sia la soluzione più efficace: Forum Ambiente e Salute sollecita la potatura

LECCE – Sono stati 104 gli alberi di ulivo sradicati in alcuni fondi privati in agro di Lecce, Trepuzzi, Galatina, Sternatia e Copertino. L’intervento è stato realizzato lunedì e martedì da trentacinque uomini dell’Agenzia regionale per le risorse irrigue e forestali, con una spesa di 20mila euro e nessuna opposizione da parte dei proprietari dei terreni. Due ulivi classificati come monumentali, nelle campagne di Sternatia, sono stati invece solo drasticamente potati, nella speranza di non dover procedere all’eradicazione. La particolarità risiede nel fatto che gli alberi abbattuti ricadevano in aree al di fuori della zona indicata come maggiormente a rischio, quella del Gallipolino.

Prosegue così la “crociata” contro il batterio noto come “Xylella fastidiosa” di cui si dibatte da mesi e per la quale sono stati predisposte azioni di concerto con l’Unione europea, il governo e la Regione Puglia impegnata nel monitoraggio del patrimonio di oltre 10milioni di esemplari in tutto il Salento, dove l’olivicoltura è un settore in espansione con 5mila ettari in più negli ultimi dieci anni.

Quella contro il batterio di cui ancora non si comprendono i meccanismi di trasmissibilità è però una battaglia molto discussa perché un vasto fronte formato da operatori del comparto agricolo, associazioni ambientaliste e studiosi contesta la soluzione dell’abbattimento temendo che dietro ci possano essere operazioni speculative su vasta scala che sventolerebbero il vessillo di un batterio killer per favorire cambiamenti nell’utilizzo dei terreni agricoli.

E anche rispetto all’intervento di ieri sono diverse le perplessità, raccolte dal forum Ambiente e Salute in un esposto presentato alla Procura di Lecce e a quella di Bari. Agli ambientalisti risulta infatti che dopo l’espianto le ramaglie sono state triturate mentre radici e tronchi sono stati caricati su mezzi pesanti: “Se è stata permessa o  non ostacolata la movimentazione, in quanto non ritenuta potenzialmente contagiosa, ciò implica che il materiale non sia infettato o non  rischi di propagare l’infezione; quindi forse non era necessario l’espianto degli alberi, ma solo la drastica potatura dei rami, prevista tra le misure a breve DSC_8460-2termine  della stessa  delibera di giunta regionale 2023 e universalmente considerato il principale intervento utile sia contro il batterio, che contro funghi e rodilegno concause dell’essiccamento , ma stranamente ad oggi non resa esecutiva, pur se sollecitata”.

“Se tale ipotesi risultasse attendibile, la distruzione di  diverse decine di alberi d’ulivo  si configurerebbe come un inutile, immotivato intervento, con pesanti ricadute economiche e ambientali a danno dei proprietari e del territorio. Se invece anche  rami e tronco  sono contagiati dal batterio, per cui è stato imposto svellimento e distruzione in loco, la loro movimentazione dal situ , oltre che  non rispettare quanto stabiliscono le norme, rappresenterebbe un grave rischio di contagio e diffusione della xylella”.

“Né si comprende come  la Regione non abbia posto il divieto, in occasione della festività del Palme, alla libera movimentazione dei rametti nel territorio provinciale ; né prima alla libera movimentazione delle ulive raccolte con il fogliame per essere molite  in vari frantoi della provincia”.

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