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Cronaca Gallipoli

Abiti fashion, contraffatti doc e solo per clienti vip

Gallipoli: denunciato un napoletano 33enne. Frequentava circoli nautici e spiagge di prestigio a caccia di clienti ai quali rifilare la merce abilmente falsificata. Talmente bene da sembrare originale

Pare che L.I., 33enne, napoletano, fosse un personaggio amante dei posti più "in" di Gallipoli e dintorni, dai circoli nautici ai lidi più prestigiosi. La bella vita associata, secondo le accuse dei carabinieri della compagnia locale, ad un tenore economico da mantenere alto grazie alla vendita di capi d'abbigliamento contraffatti con certosina abilità. Niente a che vedere con i più grezzi abiti venduti dagli extracomunitari sulle spiagge per guadagnare qualche euro e cercare un piccolo riscatto a fronte del rischio, nella migliore delle ipotesi, di una denuncia penale. Gli abiti in questione, secondo i militari, erano elaborati in modo pressoché perfetto. Marche come "Hogan", "Richmond", "Dolce & Gabbana", "Ferrè", "Armani" e "Fay", giusto per citarne alcune, sarebbero state simulate con una tale precisione da poter essere rivendute all'interno di un centro commerciale, senza destare particolari sospetti. D'altro canto, specie nell'ultimo anno, i sequestri operati dalle forze dell'ordine hanno dimostrato come l'arte della contraffazione sia diventata a dir poco eccellente.

Gli stessi investigatori hanno oggi più difficoltà di un tempo nel scovare i dettagli che evidenziano la natura posticcia dei vestiti. In questo caso, i carabinieri parlano di "ottime finiture e differenze impercettibili con il materiale originale". Il giovane napoletano, senza un'occupazione reale, residente a Crispiano, aveva in dotazione scarpe, magliette, accessori, camice, jeans. Tutta merce che sarebbe stata offerta a clientela dal portafogli gonfio, che pure, in tempi di recessione come questi, non avrebbe esitato ad acquistare merce di lusso a prezzi evidentemente più bassi che in negozio: è tutto qui, il gioco, scovare l'acquirente desideroso di vestire alla moda, ma senza prosciugare il conto in banca. E non si trattava di prodotti di fabbricazione cinese, ma "made in Napoli", secondo gli investigatori, che tenevano il 33enne da qualche tempo sotto osservazione. Come dire: contraffatti, sì. Ma doc. Quando è scattato il blitz in casa, sono saltati fuori anche i capi. L'uomo è stato denunciato per i reati di detenzione per la vendita di opere ingegno contraffatte e per ricettazione.

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