Accusato di aver strangolato e cercato di gettare la ex in un pozzo: condannato

VEGLIE - E’ stata ridotta di un anno, da otto a sette anni di reclusione, la condanna per Vittorio Delle Rose, il 72enne rigattiere di Copertino accusato del tentato omicidio della ex convivente.

La sentenza emessa ieri, in tarda serata, dalla Corte d’Appello di Lecce (presieduta dal giudice Vincenzo Scardia) ha cambiato di poco il verdetto pronunciato il 12 marzo scorso, all’esito del processo discusso col rito abbreviato, dal gup (giudice per l'udienza preliminare) Simona Panzera, confermando  il risarcimento (in separata sede) della donna (parte civile con l’avvocato Giovanni Tarantino).

Era la mattina del 7 settembre del 2017, quando Delle Rose, non accettando la fine della relazione, con l’inganno avrebbe convinto la vittima a salire sulla sua motoape, e una volta raggiunta una zona isolata di campagna a Veglie, avrebbe cercato di ucciderla.

Secondo l’accusa, prima avrebbe cercato di strangolarla con una corda, dicendole “muori, muori, se non sei mia devi morire”, poi avrebbe cercato di gettarla in un pozzo. Delle Rose non sarebbe riuscito a portare a termine il piano omicida solo perché la malcapitata riuscì a scappare e perché un passante accorse in suo aiuto. Al resto ci pensarono i carabinieri di Veglie che bloccarono l’uomo e lo arrestarono.

Inattendibilità della donna e mancanza di prove sul fatto che Delle Rose volesse realmente ucciderla, sono questi i punti centrali sostenuti dagli avvocati difensori Andrea Starace e Daniele Scala, secondo i quali era tutt’al più era contestabile il reato di lesioni volontarie e non quello di tentato omicidio.

Non appena saranno depositate le motivazioni del dispositivo (entro novanta giorni), i legali valuteranno il ricorso in Cassazione.