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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Affitti in "nero": studenti trattati come clandestini

Case sovraffollate, elettrodomestici mal funzionanti, pareti inumidite, sanitari vecchi. E prezzi da capogiro. Tutto in "nero". Viaggio inchiesta tra gli universitari fuori sede che studiano a Lecce

Basta dedicare qualche minuto agli studenti che, tra una lezione ed un'altra, attraversano i corridoi dell'Università di Lecce, per essere catapultati in uno scandalo con il quale la Lecce universitaria convive da anni: il mercato "nero" degli affitti agli studenti.

Case sovraffollate, in cui magari per andare in bagno devi passare dalla stanza dell'altro, elettrodomestici mal funzionanti, pareti inumidite, sanitari vecchi. E i primi a subire lo strapotere degli affittuari sono proprio gli studenti fuori sede, che arrivano a pagare fino a 250 euro per una stanza doppia vivibile nei pressi dell'università.

Ma all'esosità degli affitti, si aggiunge la frequentissima mancanza di legalità e trasparenza nei rapporti tra inquilini e proprietari. E mentre gli studenti cercano solo di risparmiare il più possibile, per i proprietari diventa un ricco business.

E' questo il caso di Carla, 21 anni, studentessa della Facoltà di Beni Culturali presso l'Ateneo salentino. "Ho preso una stanza singola in affitto vicino l'università da quasi due anni - dice - ma il proprietario della casa non ha mai voluto registrare in mio contratto d'affitto. In verità neanche io ho insistito molto per regolarizzare l'accordo, ma si sa che le spese per noi studenti sono già ingenti, non voglio gravare ulteriormente sulla mia famiglia per una cosa, poi, che è ininfluente per me".

Ma lei è a conoscenza che, in caso di controlli, è prevista un'ammenda amministrativa dai 258 a 2.065 euro per gli studenti che accettano di non registrare il proprio contratto di locazione? Un affitto in nero investe, infatti, sia il locatore che il proprietario, essendo da considerare un tacito accordo tra i due. "No non lo sapevo - risponde Carla. E aggiunge: "A questo punto meglio pagare una piccola somma una tantum ed essere in regola piuttosto che rischiare una sanzione così alta. E per cosa poi? Per coprire un proprietario che non vuole pagare le tasse".

Ma c'è di peggio. Matteo, matricola della facoltà di Lingue, si è imbattuto in un proprietario ancor più intrepido. "Sono stato affascinato dalla casa non appena l'ho vista - racconta - era stata appena terminata, era perfetta. Inoltre per i ragazzi è più difficile trovare un appartamento abitabile, perché i proprietari prediligono sempre le donne, perciò mi è sembrata un'occasione da non perdere. Una volta giunti alla firma del contratto, però, ho scoperto che il proprietario non era assolutamente disposto alla regolarizzazione dell'accordo, sia per non pagare le tasse, sia perché la casa non era ancora dichiarata come abitabile, quindi ufficialmente non avrebbe neanche potuta affittarla".

Ci sono alcuni proprietari, però, che hanno escogitato un "trucco" per depistare i controlli. Come? Registrano regolarmente il contratto di locazione, ma dichiarano di percepire una somma inferiore a quella realmente percepita, per risparmiare sulle tasse e aumentare il guadagno.

E' proprio un contratto di questo tipo che regola i rapporti tra Sabrina, Sara, Nausicaa, tre studentesse della facoltà di Lettere e Filosofia, e il proprietario dell'appartamento che hanno preso in affitto. "Abbiamo insistito noi per la registrazione del contratto - spiegano le tre coinquiline -. Il proprietario non era assolutamente d'accordo e ha cercato in tutti i modi di convincerci che era inutile. Per noi era indispensabile - aggiungono - che ci fosse un regolare contratto, per poter chiedere all'Edisu un rimborso spese. Abbiamo dovuto accettare un compromesso però: il proprietario non dichiara l'intera somma che paghiamo mensilmente per la locazione delle nostre stanze, ma la metà, in modo da pagare tasse meno alte".

Nonostante sia quasi impossibile trovare un proprietario disposto a regolarizzare il contratto di locazione, alcuni studenti riescono nell'impresa. E' il caso di Annamaria e Marilena, studentesse di Locorotondo, che non potevano fare a meno di cercare una casa in città per frequentare serenamente le lezioni universitarie e sono state fortunate. "La proprietaria si è immediatamente interessata della registrazione del contratto, perché noi avevamo la necessità di scaricare l'ammontare dell'affitto dalla dichiarazione dei redditi".

Anche Elisa, al primo anno di Ingegneria, non ha avuto problemi ad ottenere un contratto regolamentato per la sua stanza in affitto. Ma se una cosa l'ha ottenuta, c'è altro che non va. Il proprietario della sua abitazione, infatti, se da un lato si è dimostrato molto pignolo nei confronti delle leggi, dall'altro sembra trascurare quella che regola i suoi rapporti con la casa affittata. Continua a possedere tranquillamente una copia delle chiavi dell'appartamento ed entra in assenza delle locatrici, a volte anche senza preavviso.

"Una volta - racconta Elisa - ero sotto la doccia, ho sentito il citofono, ma non sono uscita a rispondere. Evidentemente il proprietario deve aver pensato che non ci fosse nessuno in casa, perché si è sentito in diritto di entrare con le sue chiavi. Me lo sono ritrovato in corridoio appena uscita dal bagno, ero in accappatoio. Una situazione incredibilmente imbarazzante. Dopo quell'episodio, infatti, ogni volta che le mie coinquiline non sono in casa, sono costretta a mettere la catenina dall'interno per paura di ritrovarmelo ancora di fronte".

Inaccettabile che una città come Lecce, a misura di studente, offra questo genere di situazioni agli studenti che vengono ad abitarci, lasciando le loro famiglie e i loro paesi d'origine, pur di garantirsi una formazione e un futuro.

Spiega Valeria Pennetta, rappresentante dell'Unione degli universitari di Lecce, nonché responsabile del servizio Cercalloggio 2009, offerto dalla suddetta associazione studentesca.

"Il problema degli affitti in nero - spiega Pennetta - incombe sugli studenti fuori sede da sempre e noi, nel limite del nostro possibile, stiamo cercando di arginarlo. Da qualche anno abbiamo avviato il progetto "Cercalloggio", nell'ambito del quale ci occupiamo di segnalare i contratti in regola riservati agli studenti. Questo perché, essendo i posti nella case dello studente limitati solo a pochi casi limite, la maggior parte degli studenti diventano i famosi "idonei non vincitori", figure che affliggono il diritto allo studio italiano".

"E' sicuramente una situazione su cui gli affittuari marciano molto: ci ritroviamo ad avere affitti di una stanza doppia o tripla addirittura a 250 euro, escluse le spese d'abitazione. Il nostro intento è quello di selezionare per gli studenti le abitazioni più abitabili, con accessi per i disabili, ma soprattutto la ‘condicio sine qua non' è che ci sia la registrazione del contratto d'affitto. Laddove non ci sia, noi escludiamo quegli affittuari dal nostro elenco di proposte".

"Abbiamo avviato il progetto "Cercalloggio" - conclude Valeria - proprio per tamponare il problema degli affitti agli studenti fuori sede, ma non può bastare. Sono necessari controlli più frequenti, una legislazione più chiara e una collaborazione soprattutto da parte degli stessi studenti, che devono avere il coraggio di denunciare le situazioni irregolari".

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