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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Aggressione ad imprenditore e moglie, gli arrestati respingono ogni accusa

Sono comparsi dinanzi al gip, per l'interrogatorio di garanzia, Antonio Greco e Giuseppe Calogiuri, arrestati martedì scorso con l'accusa di essere il presunto mandante ed esecutore dell'aggressione ai danni di due imprenditori

 

LECCE - Ha respinto ogni accusa, nel corso dell'interrogatorio che si è svolto questa mattina dinanzi al gup Antonia Martalò, Antonio Greco, il 57enne arrestato martedì scorso dagli agenti della squadra mobile di Lecce con l'accusa di essere il mandante dell'aggressione compiuta ai danni dell'imprenditore Fabio Margilio e della moglie (imprenditori e soci di maggioranza di una società operante nel settore dei servizi socio-assistenziali, l’Ideass), suoi ex soci in affari. “Con questa triste vicenda io non c’entro nulla”, ha detto l’imprenditore originario di Caprarica.

Greco, assistito dagli avvocati Silvio Verri e Luigi Rella, ha sottolineato come il presunto movente dell'aggressione, i contrasti legati alla gestione degli affari e al fatto che avesse intrapreso per proprio conto un'attività analoga a quella svolta dalla Ideass, con una società intestata a propri familiari, tanto  da essere allontanato dall’azienda, sia infondato. Al giudice il 57enne ha spiegato come con le vittime dell’aggressione fosse già in corso da tempo un contenzioso civile (in cui il Greco era attore), in cui i pronunciamenti del giudice sarebbero stati, a suo dire, a suo favore. Inoltre l’Ideass, ha precisato Greco, che all’epoca era una sas (società in accomandita), aveva interessi nelle province di Brindisi e Lecce, e non a Taranto, dove opera quella dei familiari dell’arrestato. Greco ha quindi ribadito che non aveva alcun motivo e interesse per ordinare quella brutale aggressione: “Per i contenziosi negli affari avevo già fatto ricorso alla magistratura civile”.

Anche il secondo arrestato, Giuseppe Calogiuri, considerato dagli inquirenti uno dei due presunti esecutori materiali dell’aggressione, ha respinto ogni accusa: “Non ho partecipato in alcun modo all’aggressione, non ne avevo alcun motivo”, ha spiegato al gip il 50enne assistito dall’avvocato Gianni Gemma. I legali dei due arresti, entrambi attualmente ai domiciliari, hanno annunciato di voler presentare appello al Tribunale del riesame per chiedere la scarcerazione dei propri assistiti.

Fabio Margilio, 46 anni, e sua moglie Alessandra Ruggeri, 35enne, furono aggrediti il 18 febbraio 2011, mentre rientravano a casa. Fu una vera e propria spedizione punitiva consumata con estrema ferocia e determinazione. Ad agire furono due persone che attesero, nascosti nell'oscurità, che marito e moglie tornassero nella propria abitazione: una villa isolata in via Maria Grazia Cutuli, una traversa di via Vecchia Frigole. I due malviventi assalirono i coniugi con un bastone, ferendo gravemente alla testa l'uomo. La moglie, che assistette alla scena, con le sue urla attirò l'attenzione di due sue nipoti che stavano anch'esse rientrando in casa; così il secondo aggressore cercò di colpirla alla testa intimandole in dialetto leccese di stare zitta. Poi i due fuggirono via, lasciando cadere per terra il bastone sporco di sangue e la mascherina con cui avevano coperto il viso. Fabio Margilio riportò un trauma cranico commotivo con vasta ferita lacerocontusa e traumi multipli guaribili in quaranta giorni; la donna, lesioni più lievi, con una prognosi di sette giorni. 

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