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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca

Alberghi, ristoranti e traffico di droga. La Sacra corona "investe" anche all'estero

La Scu in Albania ha investito nei settori alberghiero e della ristorazione, in particolare a Valona. Affari anche nel Regno Unito e in Spagna, che (secondo quanto raccontato anche dai collaboratori di giustizia) rimane la base logistica per il traffico di droga

LECCE – Droga, estorsioni e gioco d’azzardo, le tre teste economiche di uno stesso mostro chiamato criminalità organizzata. Canali classici di approvvigionamento anche della Sacra corona unita, la quarta mafia pugliese, che da sempre ha nel traffico di sostanze stupefacenti (anche per la posizione geografica) il settore nevralgico della propria holding criminale.

Terra di frontiera, sospesa tra Oriente e Occidente, il Salento è da sempre luogo di transiti e di traffici. Negli anni Ottanta e Novanta erano gli scafi blu dei contrabbandieri a solcare il “mare di mezzo” con i loro carichi di merce: sigarette, armi e droga. Oggi, oltre dieci anni dopo l’operazione "Primavera", che assestò un colpo letale al contrabbando, il mercato delle sostanze stupefacenti è tornato il grande affare delle organizzazioni criminali che trovano terreno fertile nei paesi al di là del canale d’Otranto e ramificazioni nel territorio pugliese. Un mercato da milioni di euro che dalla Turchia e dall’Albania trova facile approdo nel Salento. Le recenti inchieste della Direzione distrettuale antimafia di Lecce dimostrano come il “Paese delle aquile” sia uno dei canali principali per l’approvvigionamento di eroina (di provenienza turca e afghana) e marijuana.

Non solo droga, però, per la Scu salentina, come dimostrato dalle recenti operazioni “Network” e “Tam tam”, condotte da carabinieri e polizia, che hanno dimostrato come la criminalità organizzata abbia spostato i propri interessi nel settore turistico, uno dei pochi a sopravvivere alla crisi economica, specie negli ultimi anni in cui il tacco d’Italia si è rivelato una delle mete più  ambite e gettonate dai vacanzieri italiani ed europei. Le estorsioni ai lidi balneari, i servizi legati ai parcheggi e alla sicurezza, sono le varie facce di un business che fa gola ai vari clan.

Le indagini e le analisi di studio (come quella condotta da Transcrime, il centro sul crimine transnazionale dell'università Cattolica del Sacro Cuore di Milano e di Trento) dimostrano come la criminalità organizzata abbia attuato una strategia di estensione delle proprie attività economiche all’estero piuttosto imponente. Sul fronte orientale, in particolare, a farla da padrone è proprio la Sacra corona unita, che in Albania ha investito nei settori alberghiero e della ristorazione, in particolare a Valona. Più complessa la mappa criminale in Spagna, dove le mafie italiane ci sono tutte. Camorra e ‘ndrangheta sono attive nei settori della ristorazione, nel turismo, nell’edilizia ed energetico. Meno importante, soprattutto per la mancanza di grandi capitali da investire, la Sacra corona unita, che utilizza la penisola iberica come base logistica (un po’ come in passato l’Olanda).

Un assioma dimostrato e confermato dal collaboratore di giustizia Alessandro Verardi, che agli inquirenti ha raccontato come sia stato proprio lui, nel periodo di latitanza in Spagna, a fare da testa di ponte per gli acquisti di partite di droga, in particolare hascisc e cocaina. Carichi di sostanza stupefacente che dalla penisola iberica raggiungevano il Salento attraverso i corrieri della droga. Anche il Regno Unito, specie nel settore alberghiero e turistico, offrirebbe terreno fertile all’espansione economico-criminale della criminalità locale.

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