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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Parabita

Ancora un omicidio: colpi di pistola nel suo capannone

Parabita: Giorgio Romano, 61enne originario di Matino, è stato trovato morto stamani intorno alle 7 in un magazzino di sua proprietà dagli operai giunti per alcuni restauri. Fermato il presunto killer

Esattamente sette giorni dopo l'omicidio dell'ex boss Salvatore Padovano a Gallipoli, una mano armata torna a sparare e ad uccidere in provincia di Lecce. E' accaduto a Parabita. La vittima, questa volta, è Giorgio Romano, 61enne, originario della vicina Matino, ma da anni residente a Parabita, dove si era sposato diversi anni addietro a seguito di una convivenza che gli aveva regalato due figli. Romano entrò nelle cronache negli anni '90, quando subì un attentato al suo autosalone: diversi mezzi andarono distrutti. L'uccisione di Romano non ha collegamenti con l'omicidio dell'ex capo della Scu, secondo i carabinieri, come confermato nella conferenza stampa di questo pomeriggio direttamente dal capitano del Nucleo investigativo, Carlo Sfacteria. Per l'uccisione di Romano è stato arrestato in flagranza di reato Vincenzo De Salve, macellaio di 55 anni, originario di Casarano, paese in cui lavora, ma residente a Parabita, con piccoli precedenti per ricettazione, minacce e lesioni personali e legato da una parentela con l'omonimo gruppo criminale sud-salentino.

L'agguato è avvenuto intorno alle 6,30 di questa mattina. Scenario, un capannone commerciale di proprietà di Giorgio Romano, composto da più immobili all'ingresso del paese, a gestione famigliare che sorge sulla strada che conduce ad Alezio, di fronte all'Eurospin. L'uomo era arrivato poco dopo l'alba in attesa di ricevere la visita di De Salve (secondo fonti investigative) per alcuni chiarimenti. Secondo la famiglia, che ha diffuso una propria nota personale, Romano non avrebbe invece fissato alcun appuntamento con De Salve.

La vittima usava comperare, molto spesso degli immobili confiscati da aziende in fallimento o da privati che venivano venduti all'asta. Sembrerebbe che Romano stesse acquisendo un locale commerciale adibito a macelleria che si trova a Parabita in via Coltura, sotto i portici. Un esercizio commerciale dapprima intestato alla figlia e da qualche mese finito nelle mani del figlio maggiorenne. De Salve, però, negli ultimi tempi avrebbe accumulato grossi debiti con le banche, tanto da rendersi necessario un intervento della magistratura che ne avrebbe disposto la confisca, rimandandone la proprietà all'asta giudiziaria.

All'incontro il macellaio, però, è arrivato nel fabbricato, armato. Ha trovato il cancello aperto e ha parcheggiato la sua Fiat Uno di colore bianco nella zona retrostante. Si è avvicinato a Romano e da una distanza di circa 4 metri ha premuto il grilletto di una calibro 9, un modello non comune, colpendo il 61enne al torace, al gluteo, allo zigomo e in testa, mentre un quinto colpo si è conficcato contro un muro. La vittima, che vestiva di bianco, con camicia e pantaloni di lino, è stramazzata per terra piegata sul lato sinistro davanti alla sua Mercedes Cls di colore grigio. Dopo, De Salve si sarebbe allontanato, sgommando e destando l'attenzione di uno dei due operai appena giunto nel fabbricato. Un furto di attrezzi? avrà pensato. E si è messo a rincorrere sul rettilineo l'assassino prima di perderlo di vista e rientrare nel capannone. L'auto dell'omicida, però, è stata notata anche da un secondo testimone davanti all'Eurospin che ha riferito ai carabinieri prontamente allertati di aver notato sfrecciare una Fiat Uno con targa nuova e di aver chiamato il conducente che indossava una t-shirt a strisce con il suo nomignolo.

Sono scattate immediate le ricerche affidate ai carabinieri della locale stazione, esperti conoscitori del territorio e dopo circa un'ora hanno chiuso il cerchio. De Salve era rientrato a casa dopo aver sorseggiato tranquillamente un caffè. L'auto presentava diverse ammaccature sulla carrozzeria, tracce della fuga dopo l'agguato. Accompagnato in caserma, avrebbe confessato davanti alla presenza del suo avvocato Giuseppe Grasso di Parabita, anche se ci sono diversi passaggi ancora da chiarire. Gli inquirenti hanno comunque sigillato la ricostruzione del reo confesso con una videoregistrazione, hanno ascoltato diversi testimoni e sottoposto De Salve alla prova dello stub. La vittima era in possesso della licenza per vendere auto e di un'abile capacità negli acquisti di immobili. Usava comperare immobili confiscati da aziende in fallimento o da privati che venivano venduti all'asta.

I beni di De Salve, una campagna in via Po, alcuni immobili, la sua abitazione e la macelleria erano stati pignorati ed erano stati acquistati da Romano nel mese di giugno. Il tentativo di rientrare in possesso di parte delle sue proprietà, però, cozzava con la volontà del 61enne che avrebbe richiesto somme ritenute troppo alte per la restituzione, fino al tragico epilogo di questa mattina. La struttura è stata posta sotto sequestro, mentre l'arma utilizzata per l'agguato non è stata ancora ritrovata.

In appendice alla conferenza stampa, alla quale hanno partecipato il capitano dei carabinieri di Casarano, Dario Vigliotta, il maresciallo della tenenza di Parabita, Mario Sergi, il capitano Carlo Sfacteria ha ribadito un concetto delicato: "Nel Salento dopo tre anni di tranquillità, sono ricomparsi le armi da fuoco e gli ultimi omicidi scombussolano un equilibrio che sembrava ormai appianato. Molto spesso - ha sottolineato il comandante del nucleo investigativo dei carabinieri - , il lavoro degli inquirenti è facilitato dalla collaborazione dei cittadini proprio come avvenuto questa mattina. Aiuti che invece stentano ad arrivare su un altro omicidio sul quale l'impegno rimane costante: quello del consigliere comunale di Ugento dell'Idv Peppino Basile". Su questo fronte continua l'omertà.

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