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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Cavallino

Arbitro aggredito, scattano le prime denunce. Tra loro l'ex presidente della squadra

Dopo i provvedimenti del giudice sportivo arrivano i primi sviluppi giudiziari per l'aggressione all'arbitro 17enne chiamato a dirigere l'incontro Atletico Cavallino-Cutrofiano di seconda categoria, e le frasi choc dell'ex presidente Rosario Fina: "Lo avrei ammazzato"

LECCE – Dopo i provvedimenti del giudice sportivo arrivano i primi sviluppi giudiziari per l’aggressione all’arbitro 17enne chiamato a dirigere l’incontro Atletico Cavallino-Cutrofiano di seconda categoria, e le frasi choc del presidente Rosario Fina: “Lo avrei ammazzato”.

Al 30esimo minuto della ripresa, infatti, col Cavallino in vantaggio per 2 a 1, il giudice di gara ha concesso un secondo rigore agli ospiti per un palese fallo. Una decisone che la squadra di casa non “non ha gradito”. In breve tempo, i giocatori del Cavallino hanno accerchiato l’arbitro e dalle proteste, uno di loro è passato ai fatti colpendolo al volto. La casacca nera è stata costretta a fischiare l’interruzione della partita per mancanza delle condizioni di sicurezza, ma questo non ha scoraggiato i padroni di casa che lo che lo hanno seguito sino alla sua cabina per convincerlo animatamente a cambiare decisione e far riprendere il gioco.

Nella mischia, un tifoso ha aggredito violentemente l’arbitro che, per circostanze ancora in via di chiarimento, non è riuscito a rifugiarsi nella stanza rimanendo vittima dello sconosciuto.  La situazione è tornata con grande difficoltà alla normalità con l’intervento di un giocatore dello stesso Cavallino ed in seguito con l’arrivo delle forze dell’ordine. L’arbitro è stato trasportato in ospedale, dove gli sono state diagnosticate lesioni al volto ed al corpo con prognosi superiori a venti giorni.

In seguito è stato lo stesso presidente dell’Atletico Cavallino a rilasciare clamorose dichiarazioni di condivisione delle violenze ai danni dell’arbitro. Sulla vicenda i carabinieri della stazione di Cavallino, guidata dal luogotenente Riccardo De Bellis, hanno concluso i primi accertamenti, almeno sui tre principali autori delle violenze, non solo fisiche. Si tratta del giocatore del Cavallino Massimiliano Lo Deserto, 22enne di Lecce (squalificato per cinque anni), e del tifoso cavallinese I. F., già noto per precedenti anche se d’altra natura. Entrambi dovranno rispondere del reato di lesioni personali, ed il secondo anche di violenza privata in concorso con altri allo stato non identificati. Per l’ex presidente Rosario Fina, il reato ipotizzato è quello di istigazione a delinquere, in considerazione soprattutto alla qualità rivestita nell’ambito sportivo.

Le indagini, che certamente non possono ancora dirsi concluse, potrebbero arricchire la rosa dei responsabili. Con ogni probabilità, ciascuna delle rispettive condotte potrà comportare l’applicazione del Daspo. 

In merito ai gravissimi episodi di domenica scorsa il presidente della Uisp Lecce, Gianfranco Galluccio, esprime a nome del comitato provinciale leccese totale sdegno e si augura che i responsabili di questa vicenda d’ora innanzi possano seguire il calcio da una distanza siderale.

“Lo sport – dichiara Galluccio – è cultura, rispetto delle regole e degli altri. Tutto questo per alcuni componenti dell’Asd Cavallino a quanto pare non rientra nei propri principi. Il calcio, è bene ricordarlo, è un gioco. Quanto accaduto deve pertanto farci riflettere ma, soprattutto, indurci a farci capire che in Italia c’è la necessità di mettere al centro di tutto la scuola per costruire cultura, anche sportiva”.

“Lo Sport – spiega il presidente Uisp Lecce – era al centro della crescita culturale già nell’antichità dove non erano soltanto competizioni da tenersi in pubblico, ma anche importanti momenti di aggregazione, fondamentali per lo sviluppo della cultura in ogni sua forma”.

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