Armi in casa durante il blitz al clan Coluccia: condannato a 3 anni e 4 mesi
La sentenza per Giordano Epifani, di Cutrofiano. Il procedimento aperto dopo l'arresto nell’ambito dell’inchiesta “Contatto”
Quando i carabinieri piombarono in casa di Giordano Epifani, 42anni, di Cutrofiano, per notificargli l’ordinanza di custodia cautelare nell’ambito dell’inchiesta “Contatto”, eseguita lo scorso 5 settembre, che lo indica come referente della zona di Cutrofiano per il clan Coluccia, trovarono due pistole. Armi che per gli inquirenti servivano proprio per agevolare il sodalizio e che gli sono costate la condanna a 3 anni e 4 mesi di reclusione, più 4mila euro di multa.
E’ questa la pena inflitta oggi nel processo discusso col rito abbreviato dinanzi al gup (giudice per l’udienza preliminare) Giovanni Gallo. In particolare, nelle mani dei militari finirono: una pistola di fabbricazione ungherese Feg-Budapest calibro 22R con 6 proiettili, un colpo in canna e 9 proiettili che erano in una busta di cellophane, e una calibro 9X19 di fabbricazione ceca CZP07 con matricola abrasa e con un caricatore contenente 13 proiettili, più uno in canna, calibro 9 X21 modificati.
Detenzione abusiva di armi e ricettazione con l’aggravante dell'agevolazione mafiosa, quindi le accuse che hanno portato il 42enne, difeso dagli avvocati Gabriella Mastrolia e Donato Sabetta, davanti al giudice.