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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca

Truffava i clienti ingigantendo le cause. Arrestato avvocato del Foro di Lecce

Un 46enne di Ruffano, titolare di un noto studio nel capoluogo salentino, dovrà rispondere dell'accusa di patrocino infedele e truffa. Dal 2010 ad oggi, avrebbe raggirato 13 vittime, prospettando loro pignoramenti immobiliari e incassando 500mila euro. Ha esercitato l'attività nonostante processi pendenti e condanne

LECCE - Un gruzzoletto di circa 500mila euro, intascato tra il 2010 e il 2013, attraverso una serie di truffe eseguite ai danni dei suoi clienti. Alfredo Cardigliano, un avvocato 46enne del Foro di Lecce, originario di Ruffano, è finito in manette attorno alle 14 di oggi, perché destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del Tribunale di Lecce, Vincenzo Brancato, che ha accolto la richiesta avanzata dal pm Paola Guglielmi.

Titolare di uno studio con sede nel capoluogo salentino è noto per aver prestato il suo ruolo di legale in casi di cronaca tra i quali il decesso del piccolo Luca Monsellato, il bimbo di 4 anni di Tricase, spirato nel mese di ottobre del 2011  dopo aver ingerito un sorso di tisana. O come, tra gli altri, la difesa di Fernando Marsella, ritenuto inizialmente l'autore di un omicidio commesso in Brasile, poi assolto perché l’accusa nei suoi confronti risultò infondata. Ora è accusato di aver commesso 13 presunti raggiri,  tra quali sarebbero incappate anche due vittime anziane. Ma la quantità dei truffati potrebbe essere più voluminosa e il legale dovrà rispondere di truffa e patrocinio infedele.

Il legale, titolare di uno studio nel capoluogo salentino, avrebbe spacciato i suoi intenti per motivi professionali, prospettando ai malcapitati pignoramenti immobiliari o, nel peggiore dei casi, persino di aziende.  Avrebbe così esacerbato le vicende giudiziarie, per esortare i clienti a versare somme di denaro che sarebbero state poi versate ai creditori, evitando misure drastiche come, appunto, l’espropriazione della casa. E, inoltre, avrebbe ingigantito le complicazioni giudiziarie, per presentare salate parcelle a coloro che ne chiedevano la consulenza.

CARDIGLIANO ALFREDO.-2Essendo già gravato di alcuni precedenti provvedimenti disciplinari e sanzioni, si è costituto nel primo pomeriggio, presentandosi dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria - in compagnia dei due difensori Luigi Corvaglia e Pantaleo Cannoletta - appena rientrato da Como, dove si trovava quando ha appreso della misura emessa nei suoi confronti per scongiurare il pericolo di reiterazione della condotta. Assieme al 46enne tratto in arresto, c'è anche un indagato a piede libero, accusato dello stesso reato.

L'esercizio della professione è dunque  proseguita nonostante un paio di sentenze passate in giudicato - per contributi mai versati nelle casse dell’Inps -  e ben sette processi pendenti a suo carico, avviati tra il 2009 e il 2011. Davanti ai quali non si è arreso, continuando a svolgere la sua mansione, così come ha evdienziato lo stesso procuratore Cataldo Motta, nel corso della conferenza stampa.

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