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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Diventano l’incubo dei garage salentini: nei guai in 4, sono gli stessi incastrati dal Gps

La banda, sorpresa a prelevare un’auto a Porto Cesareo, è ritenuta responsabile di oltre 12 furti riusciti: quasi tutti messi a segno in provincia

MESAGNE – Fermati gli autori di numerosi furti messi a segno negli ultimi giorni nel Salento Erano stati arrestati un paio di settimane addietro a Porto Cesareo, sopresi nel tentativo di rubare un’autovettura. Quei quattro ladri, fermati in flagranza di reato, sono ora anche i  destinatari di altrettante ordinanze di custodia cautelare, eseguite questa mattina dagli agenti del commissariato di Mesagne. Gli arrestati, come disposto dal gip del Tribunale di Brindisi, sono: Alessandro Carone, 33enne mesagnese; Gianluca Rubino, concittadino 24enne; Valerio Mingolla, 25enne di Oria e Fabio Iurlaro, 27enne di Oria.

I componenti della banda, tutti ristretti al regime degli arresti domiciliari, rispondono di furti in abitazioni in concorso, nel Leccese e nel Brindisino, e tentato furto pluriaggravato in concorso. Sono 12 i colpi perpetrati, mentre sei quelli tentati ma sfumati. Scorrazzando fra le due province, i quattro rubavano di tutto: oltre a “ripulire” gli appartamenti, fuggivano anche con strumenti di lavoro, olio di oliva e, naturalmente, anche autovetture. Si tratta soprattutto di episodi avvenuti nella provincia di Lecce. Oltre a una Fiat 500 e a una Opel Corsa rubate da due diversi proprietari a Cavallino, i ladri hanno messo a segno diverse razzie ad Aradeo, Cutrofiano, Lizzanello ed Alliste. E molti altri colpi potrebbero ancora emergere durante le successive indagini.

 A Leverano, inoltre, così come a Tuglie, i quattro hanno preso di mira i garage: sono fuggiti con vetture, attrezzi da lavoro come motoseghe, frullatori per gelaterie e un compressore. Se ad Alliste sono scappati con una Ford Kuga, da Martano hanno prelevato una Fiat Punto. A Lizzanello i furti di vetture sono avvenuti persino nei posti di auto protetti, dopo aver reciso i lucchetti. E, sempre a Cutrofiano, hanno anche messo a segno un furto di 200 litri di olio di oliva. Tutti i fatti accaduti nel Salento si sono svolti tra fine gennaio e i primi giorni di febbraio. Fu poi la scoperta del colpo a Porto Cesareo, all'alba del 9 febbraio, a mettere fine alla razzia. I quattro furono scoperti dagli agenti del commissariato, in collaborazione con la squadra mobile di Lecce.

Un sistema ben collaudato di ruoli e mansioni, quello usato dalla banda. Carone, per cominciare, era solito mettere a disposizione la propria Smart. Conduceva, anche di notte, i complici sul luogo del furto.  Ma tutti, in realtà, assicuravano la disponibilità quotidiana all’esecuzione dei reati, per poi nascondere le refurtive in località ignote. Iurlaro, secondo i riscontri investigativi, avrebbe anche ricoperto l’incarico di capo e promotore dell’organizzazione, in quanto si occupava di individuare gli obiettivi da colpire e della divisione delle somme di denaro illecitamente percepite.   

L’attività di indagine inizia lo scorso 28 dicembre, quando una signora mesagnese  ha denunciato alla polizia il furto della sua Fiat 500. Le immagini delle telecamere hanno consentito  individuare tre individui che, a bordo di  un’Alfa Romeo 147, spingevano la Fiat per spostarla dal luogo in maniera indisturbata.  A questo fatto ne sono seguiti altri per i quali questi investigatori hanno raccolto una serie di indizi gravi, grazie anche al sistema Gps (lo stesso col quale erano stati incastrati i primi giorni di febbraio), e alle intercettazioni ambientali. Sono state proprio queste ultime a fornire una svolta decisiva.  “….Se a noi ci avessero preso con quella Delta che tenevamo penso che ci davano l'ergastolo...”, “Che la Giulietta noni ..”, “Pure con la Ypsilon..”, “L'ergastolo ci davano con quelle macchine a quante parti ci hanno ripresi ...”, sono soltanto alcune delle frasi registrate dagli inquirenti.

E’ anche emerso, da quelle conversazioni, come i colpi venissero in qualche modo commissionati: “…La Multipla devo prendere…la dobbiamo prendere per forza…”; “Una Evo dobbiamo fare ragà la Evo a quello devo fare”,  “…oltre alla Evo dobbiamo prendere motoseghe, soffiatore…”. A tal proposito è al vaglio della magistratura la posizione di taluni ricettatori della provincia di Taranto dove è stata rinvenuta la Ford Kuga e tanti altri pezzi di ricambi di auto di provenienza illecita.

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