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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Guardie giurate, pronto ricorso collettivo e sfida all’amministrazione Sveviapol Sud

Il presidente dell'associazione "Guardie riunite d'Italia" risponde alla nota aziendale di ieri. Il confronto, che pare destinato a proseguire in altre sedi, è diventato di dominio pubblico con una denuncia del 2 agosto: al centro della questione stipendi, ferie e permessi

LECCE – Il confronto tra l’associazione Guardie riunite d’Italia e Sveviapol Sud srl continua sulle pagine di LeccePrima.  A distanza di un mese dalla pubblicazione di una nota-denuncia, a firma del presidente Massimo Raffi, l’azienda ha ieri deciso di replicare fornendo la propria versione. Oggetto della “vertenza” buste paga che sarebbero diventate più leggere oltre ad una gestione di ferie e permessi non conforme alla normativa e lesiva dei diritti dei lavoratori.

Incassata la risposta, l’associazione ha deciso oggi di fornire ulteriori chiarimenti, annunciando la ormai prossima apertura di una vertenza collettiva presso la procura di Brindisi e dichiarando la propria disponibilità a proseguire il confronto in qualunque sede fosse necessario farlo.

“Ciò che le guardie giurate della Sveviapol sud – recita l’odierna nota di Raffi - ci hanno denunciato non sono altro che i problemi che attanagliano buona parte dei colleghi di tutt’Italia e, che dimostrano la trasformazione  del comparto attraverso logiche di mercato a totale appannaggio dei diritti dei lavoratori. Ma trasformazione e globalizzazione sono facce di una medesima medaglia, quella nella quale sono impresse le speranze e le delusioni, le motivazioni, i bisogni, il potere e le paure, generate da conflitti sindacali e desideri di rivalsa”.

L’associazione conferma di essere scesa in campo dopo che i lavoratori si erano rivolti alle sigle confederali e ribadisce di averlo fatto libera da qualsiasi condizionamento di tipo politico e sindacale: “Non avendo preclusioni di sorta, abbiamo ritenuto necessario redigere un esposto alla Procura della Repubblica di Brindisi in data 1 luglio e viste le circostanze sono state interessate tutte le cariche istituzionali locali per permettere la verifica d’ufficio. Abbiamo portato questa esperienza alla luce dell’opinione pubblica, tramite articoli giornalistici e abbiamo messo a disposizione ben due studi legali e ben due studi di consulenza del lavoro, tra Roma e Brindisi, per la verifica delle spettanze e l’analisi di eventuali diritti violati, producendo una vertenza collettiva che sarà depositata nei prossimi giorni.

Raffi contesta anche altri due punti: l’applicazione, vantata dall’azienda, del contratto collettivo di categoira ma anche l’argomentazione per la quale l’associazione non sarebbe affatto rappresentativa dei lavoratori in servizio. “Forse l’amministrazione Sveviapol dovrebbe ricordarsi dell’articolo 36 della Costituzione Italiana” – ammonisce il presidente per il quale i contratti aziendali non possono derogare in peggio le clausole delle leggi delegate e dei contratti nazionali: “La Sveviapol sud, poi intrattiene rapporti con i sindacati? Si dimentica il fatto che il secondo sindacato più rappresentativo in azienda, la Flaica Cub non viene neanche riconosciuto, che gli Rsa in genere non hanno voce in capitolo, preferendo le relazioni con le segreterie regionali che non hanno la piena consapevolezza della realtà interna all’istituto di vigilanza”.

“Noi crediamo – conclude Raffi - che la risposta giornalistica dell’amministrazione di Sveviapol sud, sia un tentativo per impedire di trovare quella identità sindacale necessaria a ridare vigore e nuova rappresentatività all’interno del gruppo di lavoro, sofferente di un comportamento autoritario dirigenziale e di un tipo di supervisione e controllo coercitivo. Ed è proprio per questi motivi che, non avendo gli stessi obblighi delle organizzazioni sindacali e non avendo interessi o secondi fini, se non la tutela della figura della guardia particolare giurata, riteniamo di custodire nell’anonimato i nostri iscritti Sveviapol sud delle tre provincie di Lecce, Brindisi e Taranto. Rimaniamo in attesa di confrontarci in qualsiasi sede l’amministrazione riterrà più opportuno".

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