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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Lizzanello / Via Francesco Baracca

Auto in fiamme. Al centro sempre la casa di riposo di Merine

Bruciata una Uno nel cortile del Sacro Cuore di Gesù. Secondo incendio in poche ore e terzo inquietante episodio dopo la rapina ai danni della struttura gestita dalla madre dell'ex convivente del collaboratore di giustizia Verardi

 

MERINE (Lizzanello) – Un’autovettura in fiamme, l’ennesimo episodio che vede al centro la struttura “Sacro Cuore di Gesù”, casa di riposo per anziani di Merine, frazione di Lizzanello, per una vicenda che, nel suo complesso, sta assumendo i contorni di un vero e proprio stillicidio.

Era passata da mezzora la mezzanotte, quando le fiamme hanno avvolto una vecchia Fiat Uno, che risulta di proprietà di un 78enne del posto, ma in  uso alla proprietaria della struttura, posteggiata da diverso tempo proprio all’interno del cortile, fra via Francesco Baracca e via VIII Strada Zona Rucula, alla periferia del paese. L’incendio ha completamente distrutto il mezzo. Sul posto sono giunti i vigili del fuoco del comando provinciale di Lecce, che hanno spento le fiamme, impedendo che potessero provocare danni maggiori. Nella casa di riposo, ovviamente, hanno fatto capolino per l’ennesima volta in pochi giorni anche i carabinieri della compagnia del capoluogo, che hanno aggiunto elementi all’indagine già in corso.   

Come ormai ampiamente noto, il “Sacro Cuore di Gesù” è di proprietà della madre dell’ex convivente del collaboratore di giustizia Alessandro Verardi, 33enne, merinese, arrestato dopo un blitz della squadra mobile, nel settembre dello scorso anno. Non rientrato più in carcere, a Taranto, dopo un permesso, e quindi acquisito lo status di latitante (doveva scontare tredici anni per traffico di droga e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina), fu sorpreso dopo mesi d’indagine sulla circonvallazione del capoluogo, in moto con un altro giovane, che lui stesso ha inteso scagionare da ogni responsabilità. Avevano uno zaino contenente mezzo chilo di cocaina e munizioni.

Ma Verardi, per gli inquirenti, è molto di più. E’, infatti, anche e soprattutto una delle sessantacinque persone coinvolte nell'operazione “Augusta”, con la quale i carabinieri del Ros hanno smantellato lo scorso anno una presunta organizzazione mafiosa dedita al traffico di sostanze stupefacenti e alle estorsioni. E’ proprio in seno a quest’operazione che il merinese ha inteso avviare una collaborazione con gli inquirenti, e da allora l’abitazione dell’ex convivente ha subito diversi atti di vandalismo, se non veri e propri attentati, come alcuni colpi di fucile contro l’uscio. In un’altra occasione, è stato trovato persino mezzo chilo d’esplosivo davanti casa della madre di Verardi.

Tutto questo nei messi scorsi. Nell’ultima settimana, però, l’attenzione s’è rivolta altrove. Diversi, infatti, sono gli episodi che hanno riguardato la casa di riposo gestita dalla madre dell’ex convivente del pregiudicato. Prima una rapina, nel cuore della notte, con un danno da 15mila euro, poi l’incendio di scaffali, che contenevano coperte e lenzuola, infine, esattamente la notte dopo – e cioè, quella appena trascorsa -, questo rogo dell’auto. E sebbene le indagini siano in corso e non si sappiano ancora con certezza le origini dell’incendio, è impossibile non sospettare che possa esservi un sottile filo a collegare ogni vicenda. 

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