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Cronaca

Duplice omicidio di Campi Salentina: sei gli avvisi a conclusione delle indagini

I corpi di Luca Greco e Massimiliano Marino furono ritrovati nel maggio scorso in una cisterna. Di loro si erano perse le tracce il 12 marzo. Forse, a scatenare l'efferato delitto, gli apprezzamenti di uno dei due verso la compagna del presunto killer

LECCE – Sono sei gli avvisi di conclusione delle indagini preliminari notificati nell’ambito dell’inchiesta sul duplice omicidio di Luca Greco e Massimiliano Marino, i due uomini rispettivamente di 38 e 34 anni, scomparsi nel nulla il 12 marzo scorso a Campi Salentina e poi ritrovati privi di vita in una cisterna, lo scorso 10 maggio. Si tratta di Mino Perrino, Francesco Cippone, Franz Occhineri, Luigi Tasco, Cesare Tondo e Diego Quarta.

Secondo gli inquirenti Occhineri e Cippone avrebbero avuto un ruolo determinante nell’omicidio dei due amici, attendendo insieme a Mino Perrino (38 anni, di Campi Salentina, ritenuto il presunto responsabile del duplice omicidio) le due vittime. Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Giuseppe Capoccia, e condotte dai militari del nucleo investigativo dei carabinieri, guidato dal capitano Biagio Marro, hanno fatto luce su un PERRINO MINO-3duplice assassinio consumato con estrema ferocia e lucidità. Le due vittime furono assassinati a colpi di  pistola (una semiautomatica calibro 9 per 21) e con un coltello a serramanico. Difficile stabilire con certezza le ragioni e le modalità di una vera e propria esecuzione.

A scatenare tutta la serie di crudeltà e tragiche conseguenze, potrebbero essere stati i pesanti apprezzamenti, a sfondo sessuale, rivolti da Marino alla compagna di Perrino. Greco, vittima delle circostanze, potrebbe essere soltanto un testimone scomodo, oltre che l’ex cognato di Perrino. Quest’ultimo, inoltre, era forse a conoscenza dei dissapori Marino e Perrino. Ipotesi che dovranno essere accertate nel corso di un eventuale processo.

I presunti assassini avrebbero attirato le due vittime con la scusa di un caffè, convincendoli poi a seguirli in cippone-francesco-1-2-2-3una campagna vicina per un “chiarimento”. Attraverso l’ascolto di famigliari e conoscenti dei due scomparsi, l’analisi dei tabulati telefonici delle ore precedenti all’episodio, l’attenzione degli investigatori si è subito concentrata su Mino Perrino, e su un altro individuo, a causa dei frequenti contatti, sia di persona sia telefonici. L’ultimo dei quali avvenne proprio in quel pomeriggio di marzo.

I tabulati telefonici hanno permesso di chiarire l’anomalia di traffico sui cellulari di Occhineri, Cippone e Perrino. Un buco temporale di due ore balzato agli occhi degli investigatori, insospettiti da quegli apparecchi improvvisamente staccati proprio nei momenti in cui Greco e Marino stavano perdendo la vita. L’attività di indagine è stata anche supportata da una novità di tipo tecnico: l’esame del tracciato del sistema satellitare, installato sull’auto di Occhineri. Dispositivo che ha segnalato agli inquirenti ogni spostamento del veicolo tenuto sotto osservazione.

occhineri-franz-2-2-3Un groviglio di tasselli che hanno cominciato a incastrarsi, indizio dopo indizio, anche grazie ai colloqui di Luigi Tasco, la quarta persona coinvolta in questa tragica vicenda. Il 36enne campiota già arrestato con l’accusa di concorso in soppressione di cadavere, favoreggiamento personale finalizzato a eludere le investigazioni e incendio dell’autovettura di una delle vittime. L’uomo, già testimone chiave nell’ambito delle indagini, aveva inizialmente ammesso solo di aver aiutato il presunto omicida, Mino Perrino di 38 anni, a bruciare la Lancia Lybra delle vittime.

TASCO LUIGI-2-2-2Gli altri due nomi presenti nel fascicolo d’indagine sono quelli di Cesare Tondo, 41enne di Cavallino e Diego Quarta 36 anni di Monteroni. Tondo è accusato di aver detenuto l’arma usata per il delitto, una Glok 9 per 21. La pistola, detenuta da Tondo sino dal 2007, sarebbe arrivata ai presunti assassini (che l’avrebbero acquistata per mille euro) attraverso Quarta.

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