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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Patù

Bancarotta per distrazione, confermata la pena per Gabriele Abaterusso

Due anni con pena sospesa per l'imprenditore, noto per la sua attività politica in qualità di esponente del Pd e vicesindaco di Patù, nel processo per il fallimento del calzaturificio "Vereto". Ridotta di tre mesi la pena per un altro ex amministratore, Redouane Marsali

LECCE – Due anni in primo grado, due anni anche in appello, con pena sospesa. E’ stata confermata la sentenza a carico di Gabriele Abaterusso, già amministratore e socio fondatore del calzaturificio "Vereto" di Morciano di Leuca, fallito nel marzo del 2008.

L’accusa era di bancarotta per distrazione. L’imprenditore, noto anche e soprattutto per la sua attività politica e amministrativa (esponente di spicco del Pd salentino, di cui è coordinatore della segreteria provinciale, e attualmente vicesindaco di Patù), era stato accusato, nell’ambito di un’inchiesta coordinata dal pubblico ministero Elsa Valeria Mignone, che s’è avvalsa nelle indagini della guardia di finanza, di aver distratto un ramo dell’azienda, cedendolo a un prezzo ritenuto sospetto in quanto troppo basso (28mila euro), ma anche di un’automobile Audi A4, di una slitta automontata e di una smerigliatrice.

Con Abaterusso era imputato nella stessa vicenda anche Redouane Marsali, marocchino, in passato anch’egli amministratore del calzaturificio. In primo grado era stato condannato a due anni e tre mesi. In appello gli sono stati abbuonati proprio i tre mesi. Entrambi erano dunque accusati di aver distratto alcun i beni della società, fra cui il già citato ramo, ceduto a una ditta amministrata all’epoca proprio dal padre di Gabriele Abaterusso, Ernesto nominato procuratore del calzaturificio.

Al solo Marsali era stato inoltre imputato di non aver depositato libri, scritture contabili, bilancio fallimentare ed elenco dei creditori nei termini previsti. Gli imputati erano difesi dagli avvocati Federico Massa e Marcello Risi. 

Abaterusso: "Ricorrerò in Cassazione"

“Sono certamente deluso e amareggiato per la sentenza che, non lo nascondo, ho pensato potesse essere assolutoria”, commenta oggi Abaterusso. “Sono stato io, infatti, a chiedere l’anticipazione del processo di appello invece di puntare ai tempi lunghi della prescrizione”.

“L’ho fatto – aggiunge - essendo fermamente convinto di non aver commesso nessun reato ed, anzi, di avere, con il mio comportamento, contribuito a salvaguardare un patrimonio che ha dato vita ad un azienda modello che oggi da lavoro ad oltre 150 persone e rappresenta un riferimento importante per tante famiglie in un panorama di desolazione; e l’ho fatto, con passione ed impegno, sin da giovanissimo, sacrificando all’impegno lavorativo il tempo che mi restava dalla frequenza e dagli studi universitari”.

“Ma, si sa – commenta -, a volte la realtà processuale è assai diversa da quella storica”. “Resta inalterata la mia fiducia nell’amministrazione della giustizia e, dunque, attendo con la massima serenità il deposito delle motivazioni, nella convinzione profonda che il ricorso che i miei legali presenteranno in Cassazione varrà, in quella sede, a ripristinare, anche sul piano processuale l’assoluta linearità e liceità del mio comportamento e della mia attività”, aggiunge.

“Nel frattempo continuerò, con ancora maggiore impegno, la mia attività politica, in ciò confortato dal consenso e dagli attestati di stima che, anche in queste ore, mi giungono da parte di amiche ed amici, compagne e compagni, che mi invitano a continuare nell’avventura che insieme abbiamo intrapreso”.

“Tutta la mia disponibilità e tutte le mie energie restano al servizio, anche nella prospettiva della prossima impegnativa campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale e la scelta del presidente della Regione, del progetto collettivo che, grazie all’impegno di una rinnovata classe dirigente del Partito democratico della provincia di Lecce – conclude -, intende portare un autonomo contributo per una nuova stagione di governo democratico e progressista”.

Sul caso anche il segretario provinciale del partito, Salvatore Piconese. "La vicenda giudiziaria di Gabriele Abaterusso non scalfisce la fiducia che il Pd salentino ripone nel coordinatore della segreteria provinciale. In questi mesi, insieme a tanti, abbiamo messo in campo un'iniziativa diffusa sul territorio per dare voce e risposte di governo al Salento. E Gabriele ha svolto un grande e decisivo ruolo nei circoli, per irrobustire e rinnovare i gruppi dirigenti locali. Questo lavoro continuerà. E per questo, nel rispetto delle sentenze e delle norme statutarie e del codice etico, decideremo quale dovrà essere il contributo e la funzione di Gabriele, a cui riconfermo fiducia politica e stima personale". 

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