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Cronaca

Derby truccato? L'As Bari vuole essere parte civile. Si riparte il 19 giugno

La prima udienza è durata solo pochi minuti.In aula, oltre ai legali leccesi in rappresentanza di cento tifosi e dello "Sportello dei diritti", anche l'avvocato della società biancorossa. Imputati Pierandrea Semeraro, Carlo Quarta e Marcello Di Lorenzo

BARI – E’ slittato al prossimo 19 giugno l’inizio del processo relativo alla presunta combine nel derby del 15 maggio 2011 (che sembra aver scoperchiato il vaso di Pandora con i mali del calcio nostrano). Una gara comprata, secondo la Procura di Bari, dal club salentino per 230mila euro. La prima udienza, prevista per oggi dinanzi al giudice monocratico monocratico Clara Rita Goffredo, è servita solo a “spostare” il processo dinanzi ad altro giudice, Valeria Spagnoletti, secondo quando disposto da un provvedimento di ottobre del presidente del tribunale di Bari. A giudizio, con l'accusa di frode sportiva, l'ex presidente del Lecce Pierandrea Semeraro (difeso da Franco Coppi e Andrea Sambati), l'imprenditore salentino Carlo Quarta (difeso da Francesca Conte) e Marcello Di Lorenzo, amico dell'ex difensore del Bari Andrea Masiello.

In aula si sono presentati, puntuali, diversi legali del foro di Lecce in rappresentanza del centinaio di tifosi che ha chiesto la costituzione di parte civile: Francesco Calabro, Giuseppe Milli, Giacinto Epifani, Andrea Scarpellini, Luigi Aquaro. Francesco Toto e Francesco D’Agata rappresentavano lo “Sportello dei diritti” che ha scelto di seguire la stessa via. Ma l’elemento di novità è stato dato dalla presenza, con le medesime finalità, anche dell’avvocato dell’As Bari, Aurelio Gironda.

Fino ad oggi la posizione della società biancorossa rispetto al procedimento non era stata ancora chiarita, ma è stato lo stesso professionista, raggiunto telefonicamente, a fugare ogni dubbio: “Non possiamo non farlo”, ha chiosato accennando alla tesi per cui alla frode sportiva sarebbe legata anche la frode più tipicamente contrattuale. L'aggiornamento del processo riapre i termini per la costituzione di parte civile: c'è dunque tempo fino al 18 giugno per chiunque volesse aggiungere il proprio nome a coloro che l'hanno già richiesta.

Gli altri indagati per questa partita, il calciatore Andrea Masiello, e due suoi presunti complici, Gianni Carella e Fabio Giacobbe, accusati anche di associazione per delinquere perché coinvolti in più di una combine, hanno patteggiato nell'ottobre scorso: Masiello una pena di un anno e 10 mesi, gli altri due un anno e 5 mesi per le presunte partite truccate Bari-Lecce, Palermo-Bari, Bari-Sampdoria e Bologna-Bari. A Semeraro, Quarta e Di Lorenzo il sostituto procuratore della procura di Bari Ciro Angelillis contesta un solo episodio di frode sportiva, relativo al derby. I tre sono stati incastrati proprio dalle dichiarazioni di Masiello e dei suoi due amici.

Per truccare il derby – hanno rivelato agli investigatori – furono versati ai baresi circa 230mila euro, pagati in diverse tranche. La prima parte, che ammontava a 50mila euro, sarebbe stata versata durante un incontro all'Hotel Tiziano di Lecce. Le altre parti della cifra pattuita sarebbero state consegnate da Carlo Quarta a Carella durante incontri avvenuti in una stazione di servizio sulla tangenziale di Bari; e da Quarta a Masiello in una località del nord Italia dove l'ex calciatore biancorosso (poi passato all'Atalanta) viveva all'epoca dei fatti.

Andrea Masiello, ex capitano della formazione biancorossa, secondo i magistrati baresi, avrebbe, nel doppio ruolo di “corrotto e corruttore”, alterato il risultato di alcune gare, tra cui proprio quella con il Lecce. “Quando il risultato era sullo 0-1 a favore del Lecce – ha raccontato Masiello agli inquirenti –, ho sfruttato un'occasione che mi si è posta per poter cristallizzare definitivamente l'esito della sconfitta per il Bari e per poter, quindi, ottenere il pagamento promessomi, realizzando l'autogol con cui si è concluso l'incontro”. 

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