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Cronaca Via Giacomo Leopardi

Bcc Terra d'Otranto, tra i nuovi indagati i due fratelli Acquaviva e Carlo Quarta

Riciclaggio: i tre noti imprenditori leccesi sono finiti nel mirino della Procura nell'ambito dell'inchiesta sull'istituto di credito, nata dopo denunce di presunte pressioni per il rinnovo delle cariche ed estesasi sul fronte di alcuni conti ritenuti sospetti

LECCE – Spuntano tre nuovi nomi nell’inchiesta sulla Banca di Credito Cooperativo di Terra d’Otranto. E sono quelli di imprenditori noti a Lecce, che rientrano nel secondo filone di una più articolata inchiesta.

La Procura ha inviato oggi l’avviso di garanzia ai fratelli gemelli Bruno e Simone Acquaviva, 42enni, così come a Carlo Quarta, anch’egli 42enne, quest’ultimo già passato alle cronache, anche nazionali, per la nota vicenda della presunta combine nel derby costata la retrocessione ai giallorossi (che ovviamente non riguarda la questione oggi in oggetto).

Nell’inchiesta sulla Bcc di Terra d’Otranto, i fratelli Acquaviva rispondono di truffa in concorso e riciclaggio aggravato dalle modalità mafiose. Di solo riciclaggio è l'ipotesi di reato per Quarta.

I tre vanno dunque ad aggiungersi a una corposa lista che comprende altri dodici indagati, nomi nella maggior parte dei casi già emersi nelle scorse settimane. Al centro, inizialmente, una spinosa storia nata da esposti per presunte pressioni sulla rielezione alla carica di presidente di Dino Mazzotta, 39enne di Carmiano. Un'indagine allargatasi poi su più fronti, tanto che n'è scaturito un nuovo troncone completamente distinto dal primo.

L’ipotesi di base, infatti, era che la rielezione di Mazzotta (fratello del sindaco di Carmiano, Giancarlo, 45enne, anch’egli indagato) potesse essere stata “condizionata e agevolata” attraverso due personaggi legati alla criminalità organizzata e in particolare al clan Tornese di Monteroni. Ma la vicenda, come detto, si è estesa, tanto che nel frattempo sono finite al vaglio anche le movimentazioni di denaro transitate su corti aperti nell’istituto di credito e inerenti diverse società che dunque farebbero capo ai nuovi personaggi finiti sotto la lente.

Gli avvisi di garanzia sono stati inoltrati per rendere edotti sia gli indagati, sia le parti offese (queste ultime in tutto sette) del conferimento dell’incarico per la copia forense dei dati contenuti nel server della banca, presso la filiale di Lecce di viale Leopardi, dal pubblico ministero Carmen Ruggiero (detentrice del fascicolo) ai consulenti Claudio Leone e Antonio Tamborrino. Contestualmente, proseguono le acquisizioni dei carabinieri del Ros e della compagnia di Campi Salentina, che si stanno occupando fin dalla prima ora della parte operativa. Oggi, fra le altre cose, i militari dell'Arma hanno acquisito documentazione di alcune filiali della banca, ma anche gli atti di un contenzioso che la Ecosal, società riconducibile agli Acquaviva, ha con l'Asl.

Alle indagini delegate ai carabinieri, inoltre, si aggiungono, in queste ore, attività della guardia di finanza e, nello specifico, del Gico del Nucleo di polizia tributaria di Lecce, ma anche del Nucleo di polizia valutaria di Reggio Calabria e dello Scico di Roma, che potrebbero portare a nuovi sviluppi. Al momento non sono noti i dettagli di questa fase.

L'avvio dell'indagine

Tentata estorsione con l’aggravante del metodo mafioso è il reato che cade in capo a vari altri nomi (quelli del primo filone) e quindi non solo ai già citati Dino e Giancarlo Mazzotta, ma anche anche Giovanni Mazzotta, 48enne di Monteroni di Lecce, noto ai più come "Gianni Conad", una condanna per traffico di stupefacenti e un patrimonio di supermercati confiscato

E ancora, compaiono: Alessandro Caracciolo, 51enne di Monteroni di Lecce, fratello della moglie del boss Mario Tornese; Ennio Capozza, 49enne di Lecce, funzionario di banca; Tommaso Congedo, 38enne di Monteroni di Lecce, direttore di filiale; Luciano Gallo, 45enne imprenditore di Martano; Saulle Politi, 41enne di Monteroni di Lecce, al momento sotto inchiesta anche per un'altra operazione, "Poker2", e già condannato per associazione mafiosa. 

E poi: Cosimo Salvatore Franco, 54enne di Carmiano, direttore di filiale; Maria Grazia Taurino, 49enne di Carmiano, funzionaria di banca; Emanuele Sperti, 31enne, imprenditore carmianese. Mario Petrelli, 46enne di Carmiano, anche quest'ultimo imprenditore, risponde di favoreggiamento.

La banca, dopo che è stata aperta l’inchiesta, è finita sotto commissariamento. L’ex vicepresidente del cda, Raffaele Potì, aveva proposto anche ricorso contro questa misura, ma proprio nei giorni scorsi il Tar del Lazio ha ratifica quei pareri espressi dalla Banca d’Italia da cui era scaturita la misura del ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan.

I giudici amministrativi si sono spinti anche oltre, con un passaggio specifico, entrando nel merito della questione, ovvero citando la possibilità che realmente vi siano stati quei “movimenti di capitali riconducibili alla criminalità organizzata" che hanno indotto al commissariamento. 

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