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Cronaca Vernole

Benvenuti nell'oasi delle Cesine. Una zona "protetta"

Le foto di un lettore evidenziano cumuli di rifiuti depositati sulla costa. Già dopo il disastroso incendio dell'estate scorsa, spuntarono fuori chili di immondizie. E' questa l'oasi che vogliamo?

Benvenuti nell'oasi "protetta" delle Cesine, in territorio di Vernole, a metà strada fra Lecce e Otranto. La sua importanza è sancita dalla convenzione di Ramsar, in Iran, del 1971. Dal 1980 è una riserva naturale di popolamento animale. Qui, fra acquitrini e macchia mediterranea, vivono e si riproducono diverse specie, alcune delle quali molto rare. "La natura rinasce alle Cesine, ma la spiaggia delle Cesine… emergenza rifiuti. Ma è davvero un parco naturale?", si chiede Bruno, un nostro lettore, facendo ironicamente un po' il verso ad un nostro recente titolo per una suggestiva "foto del giorno" (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=5778) e spedendo le sue, di immagini. Per denunciare, con la potenza di scatti che si soffermano cinici su cumuli di rifiuti, il degrado che si può ammirare passeggiando sulla costa in un week-end invernale. Le Cesine come le vie di Napoli?

Il problema principale dell'oasi, tanto decantata per la sua bellezza, è sempre stato quello del controllo del suo vasto territorio. In una memorabile notte dell'estate scorsa l'oasi venne divorata da fiamme alte diversi metri (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=2375). Fu l'episodio più eclatante di tutta una serie di incendi dolosi appiccati da mani criminali in diversi punti del Salento. Furono giorni infernali, con mezzi di vigili del fuoco, protezione civile e forestale mobilitati praticamente ogni ora. Qualche settimana dopo non sarebbe stata risparmiata neanche un'altra meraviglia naturale, quella di Torre Guaceto, nel brindisino. Quello che il fuoco mise a nudo nell'incendio delle Cesine, furono anche cumuli di immondizie accovacciati nel sottobosco (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=2415).

Mentalmente ci ripromettemmo di tornare su questo argomento, quello della pulizia, oltre che della sicurezza delle oasi naturali, ma come purtroppo spesso accade, incalzati dalla cronaca che corre veloce, non ci tornammo più. Ora queste immagini del lettore ci rimandano a quei giorni e alle domande che ci ponemmo: ma l'oasi protetta dal Wwf, merita questo trattamento? E, al di là dello scarso senso civico di molti (l'immondizia si deposita spesso spinta dalle onde del mare, una delle pattumiere preferite dall'uomo) è possibile che non si possa davvero porre in essere un'operazione di controllo efficace?

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