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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Blitz di Greenpeace sul tetto di Cerano: Carbone killer

Brindisi: azione dimostrativa degli attivisti dell'associazione ambientalista. Sono entrati nella centrale, accusata di essere la più alta fonte inquinante in Italia, esponendo un loro striscione

Lo chiamano il "terzo round". Dopo l'azione alla centrale di Civitavecchia e la protesta nei confronti della politica energetica in Sardegna, la sezione italiana di Greenpeace si è concentrata sulla centrale a carbone di Cerano, l'ecomostro i cui fumi sono sotto accusa in tutto il Salento: è additata come una delle possibili cause principali della recrudescenza di neoplasie e problemi respiratori gravi non solo nel brindisino, dove sorge, ma anche in buona parte della provincia di Lecce, che viene raggiunta dai fumi spinti dal vento. E solo nei giorni scorsi, l'ennesima denuncia del presidente della Provincia di Brindisi, Michele Errico, con tanto di dati alla mano: "La centrale inquina". Una polemica infinita, quella che vede al centro l'impianto "Federico II" di Brindisi Sud, che si staglia all'orizzonte formando un'immensa e inquietante sagoma di cemento e acciaio che spezza improvviso l'incanto della litoranea salentina.

Uomini e donne che aderiscono a Greenpeace hanno dunque messo in atto un'azione dimostrativa in grande stile, come da consueto copione. Sono entrati nell'impianto, hanno raggiunto il tetto della centrale ed hanno esibito i loro striscioni. Il più grande è un enorme lenzuolo di circa 500 metri quadri apposto accanto al logo dell'Enel. La scritta, inequivocabile: "1st climate killer in Italy". Greenpeace con questo "blitz", che sarebbe stato salutato dagli operai con uno striscione di "Benvenuto", intende porre l'accento sul fatto che, a distanza di pochi giorni dall'apertura del vertice delle Nazioni unite sui cambiamenti climatici che si tiene a Bali, in Indonesia, il carbone continua ad essere il nemico principale del clima globale.

A questa azione a Brindisi non partecipano solo attivisti italiani dell'organizzazione ambientalista, ma anche una quindicina di militanti provenienti da Canada, Svizzera e Gran Bretagna. Ed i dati esibiti non sono affatto confortanti. Pubblicati fin da oggi sul sito https://wwwgreenpeace.org, sembrano dimostrare in modo inequivocabile il triste primato della centrale brindisina: sarebbe il primo impianto in Italia per emissioni di gas serra, con 14,4 milioni di tonnellate di CO2 nel 2006. E se a questi si affiancano gli altri dati, che vedono al secondo ed al terzo posto le centrali dell'Ilva e dell'Edison di Taranto, il quadro è completo. I polmoni del "Grande Salento" sono due spugne ferite.

La classifica delle centrali italiani più inquinanti (dati in milioni di tonnellate di CO2)

NOTA: la prima cifra si riferisce al 2006, la seconda al 2005

1 ENEL - Centrale di Brindisi Sud (carbone) 14,4 15,3
2 ILVA Spa - Acciaieria di Taranto (carbone) 10,7 10,1
3 EDISON - Centrale di Taranto (gas industriali) 10,1 10,0
4 ENEL - Centrale di Montalto di Castro (gas e olio) 7,4 5,9
5 SARAS Spa - Raffinerie (gas da petrolio) 6,2 6,3
6 ENDESA Italia - Centrale di Fiumesanto (olio e carbone) 4,8 4,1
7 ENEL - Centrale di Fusina (carbone) 4,6 5,6
8 TIRRENO POWER - Centrale di Vado Ligure (carbone) 3,9 3,7
9 ENDESA Italia - Centrale di Monfalcone (carbone e olio) 3,4 2,7
10 ENI - Raffineria di Gela (pet coke) 3,3 3,5
11 EDIPOWER - Centrale di San Filippo del Mela (olio) 3,2 3,6
12 ENEL - Centrale di La Spezia (carbone e gas) 3,1 3,2

FONTE: Elaborazione Greenpeace su dati Commissione europea (CITL) - solo settori industriali soggetti a Direttiva Europea sull'Emission Trading

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