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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Lizzanello / Via Giovanni Verga

Oltre mezzo chilo di esplosivo davanti alla casa materna del pentito

La bomba, inesplosa, è stata rinvenuta a Merine, nei pressi dell'abitazione della madre di Alessandro Verardi, collaboratore di giustizia. Due mesi addietro, il muro di casa della moglie era stato cosparso di vernice rossa

MERINE (Lizzanello) - Nel mese di luglio era toccato alla moglie, che si era ritrovata il muro della propria abitazione, cosparso di vernice rossa.  L'ennesima destinataria del messaggio, questa volta,  è stata la madre di Alessandro Verardi, collaboratore di giustizia 33enne, di Merine.

Davanti alla porta di casa della donna, infatti, alcuni individui hanno posizionato un ordigno, contenente oltre mezzo chilogrammo di esplosivo, in via Giovanni Verga, alla periferia di Merine. Rimasto fortunatamente inesploso, forse a causa dell'umidità di questi giorni, e della pioggia. Sul posto sono intervenuti i carabinieri della stazione di Lizzanello, assieme ai colleghi del Nucleo investigativo del comando provinciale e di un artificiere dell'Arma. La bomba è stata piazzata presumibilmente nella notte di venerdì, ma ritrovata verso mezzogiorno di sabato. Ad agire, ignoti che, certamente, non hanno scelto un giorno a caso, per mettere a punto il piano, sempre più simile ad un "avvertimento".

Il giorno precedente, infatti, Verardi era tra i 67 imputati, ascoltati nell'aula bunker, dove si è svolta l'udienza preliminare del processo scaturito dall'operazione "Augusta",  condotta dai carabinieri del Ros, per smantellare i presunti affiliati di un'associazione creata attorno ad attività come spaccio e racket.

Si tratta solo dell'ultimo episodio, in ordine di tempo, che ha visto finire i familiari di Verardi, nella rete di  simili intimidazioni. Nei mesi scorsi, infatti, era stato danneggiato il parabrezza dell'auto della ex convivente, al quale era seguito anche un tentativo di incendio e, persino,  cui i alcuni colpi di arma da fuoco esplosi.

 

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