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Cronaca

Icos e "diplomi facili", assolti in undici: per il giudice il fatto non sussiste

La Procura di Brindisi aveva contestato l'esistenza di un'associazione per delinquere che avrebbe percepito da 2 a 3mila euro per garantire "titoli di idoneità" e permettere di superare "esami intermedi o finali aventi valore legale". Ma il Tribunale li ha assolti

BRINDISI – Associazione per delinquere, abuso di ufficio, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e falsa dichiarazione sostitutiva di certificazione per un presunto giro di “diplomi facili”, con versamenti che sarebbero andati da 2 fino a 3mila euro.

Erano queste le imputazioni a carico di dieci persone, tutte assolte dal gup di Brindisi, Valerio Fracassi, “perché il fatto non sussiste” nel giudizio odierno in abbreviato.

La vicenda tocca molto da vicino Lecce perché secondo la Procura brindisina, la mente sarebbe stato il 60enne Marco Macchitella, di Cellino San Marco, amministratore della “Icos”, Lecce, scuola paritaria, che ha sede proprio nel capoluogo salentino.

Gli stessi candidati alla maturità “facile” sarebbero provenuti da Francavilla Fontana, Ostuni, San Donaci, ma anche da Galatina. Tutto smontato, dunque, nel giudizio di primo grado, a fronte di richieste di condanna avanzate dal pm della Procura di Brindisi, Raffaele Casto, che aveva invocato pene da uno a tre anni per Macchitella e altri dieci imputati. Bisognerà attendere che vengano depositate le motivazioni per capire i motivi che hanno spinto a smontare il teorema accusatorio, che si era basato anche su intercettazioni ambientali.  

Oltre a Marco Macchitella, assolti anche: Enza Macchitella, 64enne, proprietaria di quote della “Giovanni Pascoli Srl”, un istituto privato del brindisino; Alessandra Macchitella, 34enne di Brindisi; Gabriella Greco, 53enne di Brindisi; Giuseppe Toraldo, 58enne di Brindisi; Ines Aprile, 65enne di Oria; Tito Sartorio, 63enne di Oria; Quintino Rizzelli, 51enne di Surbo (segretario della Icos); Antonio De Stradis, 68enne di Brindisi; Mimma Zanzarelli, 35enne di Villa Castelli; Damiano Chiego, 46enne di Maruggio.

Secondo il magistrato inquirente, i candidati avrebbero versato soldi per ottenere “titoli di idoneità” e superare “esami intermedi o finali aventi valore legale”. Nulla di tutto ciò per il giudice. Altre dieci posizioni, le più marginali rispetto a quelle valutate oggi, dovranno essere giudicate ancora con il rito ordinario.

I particolari completi su Brindisireport.it 

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