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Cronaca Melendugno

Cantiere Tap in moto dall'alba. Ma la protesta ferma il trasporto degli ulivi

Sin dalla prime luci del mattino i mezzi hanno iniziato a trasferire gli alberi da San Basilio a Masseria del Capitano dove i manifestanti si sono trasferiti. Mediazione tra sindaci e autorità per l'ordine pubblico

SAN FOCA (Melendugno) – Qual è il valore simbolico di tre camion carichi di altrettanti ulivi che tornano nel cantiere di San Basilio se altri 19 sono arrivati a destinazione nell’area di stoccaggio di Tap? Comunque non poco, se si considera che altri 11 mezzi pesanti sono stati dirottati nel deposito di Alma Roma, istituto di vigilanza che sorveglia i siti della società e, soprattutto, che un’auto con a bordo amministratori locali ha scortato il mini convoglio al punto di partenza dopo una mediazione raggiunta con il prefetto di Lecce.

Il fronte No Tap incassa un punto a suo favore al termine di una mattinata convulsa ma che non è mai degenerata in scontri con le forze dell’ordine con le quali, anzi, i manifestanti, almeno alcuni, hanno dialogato facendo presente le ragioni della loro protesta. Non sono certo mancati gli insulti ai danni degli autisti dei mezzi delle ditte che lavorano per la multinazionale anche se col passare delle ore pure questo risentimento è rientrato nei ranghi per far posto ad una certa comprensione.

Prima ancora che facesse giorno l’area di San Basilio era stata blindata: che qualcosa fosse nell’aria, nonostante l'opinione diffusa che fino lunedì non sarebbe più accaduto nulla dopo due giorni di stop, lo si è capito nella tarda serata di ieri quando sui social è rimbalzata la voce che i lavori sarebbero ripartiti. E’ così è stato e anche piuttosto rapidamente perché gli attivisti, temendo un blitz, avevano lasciato il presidio. E’ iniziato dunque il via vai dei mezzi fino a quando i manifestanti - la gran parte comuni cittadini di Melendugno e dintorni, con tanto di donne e bambini - non hanno organizzato un blocco proprio a 50 metri dall’ingresso dell’area di stoccaggio superando i posti di blocco attraverso le campagne mentre polizia, carabinieri e finanzieri impedivano il transito di qualsiasi veicolo.

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Si è formata così una coda di 14 camion e di blindati delle forze dell’ordine. Intanto la manifestazione ha preso ulteriore consistenza, nonostante il sole cocente. Il sindaco di Melendugno, Marco Potì, è stato raggiunto nel corso della mattinata da almeno una dozzina di colleghi o di loro vice, oltre che dai parlamentari Maurizio Buccarella, Barbara Lezzi e Daniela Donno del M5S (oltre al consigliere Cristian Casili) e dalla tarantina Donatella Duranti del Movimento Democratici e Progressisti.

Ad un certo punto si è compreso che questo stallo avrebbe potuto indisporre gli animi e compromettere l’esito di una protesta che si era dimostrata pacifica e che nessuno aveva voglia di lasciare degenerare considerata la presenza di nuclei familiari, anziani e studenti. E’ stata dunque avanzata dai sindaci una richiesta al prefetto: quella di far tornare a San Basilio i tre mezzi pesanti che intanto erano rimasti intrappolati tra i dimostranti, mentre altri undici avevano fatto in tempo a invertire la direzione e deviare verso l’istituto di vigilanza. Ottenute le autorizzazioni del caso il prefetto ha dato il via libera, dando la sua parola che per oggi le attività sarebbero state sospese.

Video - Il sindaco comunica l'esito della richiesta

Video - I mezzi tornano indietro

Domani a san Foca è prevista una manifestazione con uno dei volti più noti del M5S, il deputato Alessandro Di Battista, ma lunedì si riapre la partita: ci sono undici alberi sui mezzi fermi nel deposito di Alma Roma, dieci sono su altri camion nell’area del cantiere (compresi i tre riportati indietro), altri 15 sono stati espiantati oggi. Per arrivare ai 231 interessati da questa fase preliminare di cantiere ne restano 18.

Un sabato particolare per Melendugno e dintorni

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