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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca Gallipoli

Caro sindaco ti scrivo...

"I nullafacenti. Come reagire alla più grave ingiustizia della nostra amministrazione". E' un testo di Paolo Ichino citato da Barba. Benissimo. Ma voi primi cittadini (Vaglio incluso), dove eravate?

di Emilio Faivre e Vincenzo De Filippi

Fa bene il sindaco di Gallipoli, Vincenzo Barba, a citare in suo comunicato stampa il professor Pietro Ichino. Il fatto è ormai noto, tanto da essere balzato alle cronache nazionali. E riguarda "l'indagine portata avanti dal Nucleo operativo dei carabinieri e avente per oggetto l'assenteismo di alcuni dipendenti comunali durante le ore di servizio e il mancato controllo da parte di alcuni dirigenti".

L'onorevole Barba ci ricorda che Pietro Ichino (docente presso il Dipartimento di studi del lavoro di Milano, ndr) ha scritto un volume dal titolo "I nullafacenti. Perché e come reagire alla più grave ingiustizia della nostra amministrazione pubblica" (Mondadori).

"Perché - scrive Ichino - mentre si discute di tagli dolorosi alla spesa pubblica per risanare i conti dello Stato, nessuno propone di cominciare a tagliare l'odiosa rendita parassitaria dei nullafacenti?".

"Il 24 agosto 2006, dalle colonne del Corriere della Sera - si legge nella presentazione del volume - il professor Ichino lancia una proposta che scuote il mondo politico e sindacale. Chiave di volta del progetto è l'istituzione di organi indipendenti di valutazione (0IV) capaci di stimare l'efficienza degli uffici pubblici e dei loro addetti, per consentire il licenziamento nei casi più gravi, ma anche l'aumento delle retribuzioni dei dipendenti che lavorano per due. Intanto, al forum del "Corriere" arrivano in un giorno e mezzo 1500 interventi, tra cui molte istantanee di nullafacenti ritratti dal vivo: dall'impiegata che timbra il cartellino e poi va dal parrucchiere, al funzionario sano come un pesce che usa "prendersi la malattia" tutte le volte che torna al paese, al professore semianalfabeta. In questo libro Pietro Ichino, oltre a spiegare la sua proposta, affinata in collaborazione con altri studiosi, raccoglie una piccola antologia di quegli interventi".

Meraviglioso.

Tiene a precisare Barba, in qualità di primo cittadino di Gallipoli, che esprime tutto il suo plauso all'iniziativa delle forze dell'ordine, che "non si può consentire in alcun modo che il cattivo andazzo di alcuni possa inficiare il lavoro di tutti gli altri che con dedizione e professionalità esercitano la loro attività dando risposte alle tante domande dei cittadini e sobbarcandosi ingiustamente le altrui incombenze".

"Si comprende bene che non è possibile proseguire oltre per il senso del dovere che tutti noi abbiamo nei confronti dei nostri cittadini che ci chiedono comportamenti responsabili e virtuosi. Mi auguro di vero cuore che tutti i dipendenti non rinvenuti sul luogo di lavoro durante le ore lavorative possano addurre valide-validissime motivazioni", dice Barba.

E aggiunge: "Solo questi due sono i criteri ai quali noi facciamo riferimento nella certezza che la stragrande maggioranza dei dipendenti, dei quadri e dei dirigenti comunali sapranno e vorranno adeguarsi e conformarsi, nell'esclusivo interesse di tutti i cittadini. In riferimento, poi, alle iniziative che saranno prese dalla nostra amministrazione, sono qui a ribadire che attenderemo con la giusta ponderazione i risultati delle inchieste in corso, al termine delle quali, accertate le eventuali responsabilità, prenderemo provvedimenti direttamente proporzionali al danno di immagine che sta subendo la nostra città e alla perdita di fiducia nelle istituzioni che sta attanagliando i nostri cittadini".

Ora, permetteteci, sindaco Vincenzo Barba (centrodestra al Comune di Gallipoli), e sindaco Antonio Vaglio (centrosinistra al Comune di Nardò), ma una domanda semplice, semplice siamo obbligati farvela: ma quando i vostri impiegati erano a spasso durante le ore di lavoro, voi non avevate alcun sentore di quanto stesse accadendo? Eppure in tanti si lamentavano per quegli sportelli vuoti.

Gallipoli, Nardò, non sono mica Milano, Roma. Insomma, lì vi conoscete tutti, siete 135 anime nel primo comune, 150 nel secondo. Sia chiaro: nessuno vuole imputarvi la responsabilità di quanto accaduto, ma possiamo davvero immaginare che le malefatte scoperte dai carabinieri vi giungano nuove come pesche di stagione? Non erano previste riunioni con i dirigenti dell'amministrazione? Non vi siete mai accorti, come gli altri cittadini, voi che siete i primi cittadini, che qualcosa nella burocrazia s'era inceppata?

E' vero che la burocrazia spesso e volentieri sopravanza la politica - come spiegano alcuni manuali di sociologia - e che certe logiche (anche a livello di disfunzioni) riescono a disattendere il controllo politico, indipendentemente dalle bandiere. Ma si tratta di elucubrazioni degli studiosi eredi della famosa "Scuola di Chicago", in questo caso. Ma il cosiddetto Grande Salento, tutto intero, per quel che ne sappiamo arriva a stento allo stesso numero di residenti di un paio di quartieri di Chicago.

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