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Venerdì, 29 Marzo 2024
Cronaca Uggiano La Chiesa

Case e aziende, scatta sequestro da oltre 2 milioni di euro

E' il patrimonio, secondo la Dia, riconducibile a Carmine Monteforte, 55enne di Uggiano La Chiesa, con condanne d'ogni tipo per 25 anni. Evidenziata sproporzione fra redditi dichiarati e proprietà

UGGIANO LA CHIESA – Ammonta a più di 2 milioni di euro il valore dei beni mobili e immobili, fra cui abitazioni e attività commerciali, sequestrati nelle ultime ore a Carmine Monteforte, 55enne di Uggiano La Chiesa.

Il provvedimento è stato eseguito su ordine della Seconda sezione penale del Tribunale di Lecce, dopo una richiesta avanzata dalla Direzione investigativa antimafia che ha svolto indagini patrimoniali su delega della Dda.  Si tratta di beni accumulati nel tempo e costituiti da ben ventuno immobili (otto appartamenti, quattro depositi, una villa, quattro posti auto, un garage, un fabbricato in muratura a secco e due terreni), quattro attività commerciali (tre interi compendi aziendali e un bar), un veicolo, una società di capitali e due conti correnti aziendali.

Fra questi spiccano una villa indipendente nelle campagne di Otranto, con annessi altri edifici e terreni, diversi appartamenti e posti auto del complesso residenziale “Li Curti” a Uggiano La Chiesa, un bar nel centro del paese e tre società che operano nel settore turistico e dell’edilizia residenziale. I sigilli sono stati apposti dagli stessi uomini della Dia di Lecce.

Carmine Monteforte è ritenuto dagli investigatori dell’antimafia un personaggio di spicco nel panorama criminale locale. E’ stato condannato in più occasioni per emissione di assegni a vuoto, truffa in concorso, estorsione, bancarotta fraudolenta, detenzione e acquisto di droga, ma anche costituzione, direzione o finanziamento di associazione per finalizzata al traffico di stupefacenti. Un corposo curriculum da cui deriva un cumulo di venticinque anni di pena, come stabilito da un provvedimento del procuratore generale datato 31 maggio 2006.

Più di recente, ci si ricorda di Monteforte per il suo coinvolgimento nell’operazione “Froth”, condotta dalla guardia di finanza, che nella primavera del 2014 smantellò una vasta organizzazione dedita al traffico di stupefacenti. Inizialmente irrintracciabile fra i ventinove indagati, si consegnò poi spontaneamente in caserma la sera del 4 marzo, presentandosi con il suo legale. Una volta ottenuti i domiciliari, però, in seguito fu anche riportato in carcere per un episodio di evasione.     

Il sequestro nasce dal fatto che gli approfondimenti economico-patrimoniali svolti dalla sezione operativa della Dia di Lecce, nei confronti dell’uomo e del suo nucleo familiare, avrebbero evidenziato, in un arco temporale dal 1994 al 2013, una netta sproporzione tra i redditi dichiarati e il patrimonio a lui riconducibile, sebbene intestato ai due figli, a due società immobiliari e ad altre attività economiche.

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