Case e voti, dopo sei mesi l’ex consigliere Torricelli torna un uomo libero
Il Riesame ha restituito la libertà al politico salentino, ai domiciliari dallo scorso settembre con l’accusa di aver assegnato, con altri, alloggi comunali per ottenere consensi elettorali
LECCE - Dopo aver trascorso sei mesi agli arresti domiciliari, è tornato un uomo libero Antonio Torricelli, volto storico del Pd salentino, coinvolto nell’inchiesta sulle case popolari assegnate in cambio di voti. Lo ha deciso il Tribunale del Riesame, al quale si era rivolto il difensore Luigi Covella, ritenendo che fossero oramai cessate le esigenze cautelari, anche in considerazione dell’allontanamento dell’ex consigliere dalla politica.
In seguito al rifiuto, nei mesi scorsi, da parte dei giudici della Libertà e del gip Giovanni Gallo, firmatario della corposa ordinanza di custodia cautelare emessa, tra gli altri, nei suoi riguardi e nei riguardi di altri politici (gli ex assessori e consiglieri comunali Attilio Monosi e Luca Pasqualini), è stata infine accolta l’istanza di revoca della misura.
Naturalmente, alla luce della decisione presa nelle scorse ore, la difesa di Torricelli non ha più interesse a coltivare il giudizio di rinvio dalla Corte di Cassazione che nelle scorse settimane aveva annullato l’ordinanza del Tribunale del Riesame anche nei riguardi di Monosi, del funzionario Pasquale Gorgoni e del dirigente Paolo Rollo.
Per l’accusa, i tre politici sarebbero stati al vertice di un’associazione a delinquere che avrebbe gestito gli alloggi comunali a Lecce per ottenere un proprio tornaconto elettorale. Di questo dovranno rispondere nel processo che si aprirà, con rito ordinario, a partire dall’8 aprile, davanti ai giudici della seconda sezione collegiale del Tribunale di Lecce.