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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Caso Fiordiso, eseguita l’autopsia sulla salma del detenuto 31enne

Riesumato, nel corso della mattinato, il corpo di Antonio Cesario Fiordiso, spirato per motivi ancora poco chiari a dicembre del 2015, nell'ospedale di Taranto

SAN CESARIO DI LECCE - L’autopsia  richiesta a gran voce dalla famiglia, eseguita sulla salma di Antonio Cesario Fiordiso, il detenuto 31enne di San Cesario deceduto l’8 dicembre del 2015 in circostanze ancora poco chiare, non ha fatto emergere alcun dato rilevante. Il corpo, ormai provato dal tempo, non ha potuto fornire risposte sulle cause del decesso. Ma gli accertamenti non sono ancora conclusi. Bisognerà infatti, come da prassi, attendere gli esiti degli esami istologici eseguiti sugli organi del cadavere,  poi analizzare l’intero fascicolo documentale, per poi stilare la relazione finale.

L’esame è stato eseguito nel corso della mattinata, presso la camera mortuaria dell’ospedale “Vito Fazzi” di Lecce, dal medico legale Alberto Tortorella. Dopo la riesumazione dal cimitero di San Cesario di Lecce, alla presenza dell’avvocato Paolo Vinc del Foro di Milano che difende la sua famiglia assieme all'avvocato Pantaleo Cannoletta del Foro di Lecce, il corpo del 31enne è stato trasferito nel capoluogo salentino per l’accertamento medico. Esame al quale ha anche assistito il consulente dei parenti di Fiordiso, Alessandro Bocchini.

A partire dalla prossima settimana, gli ulteriori riscontri sanitari potranno offrire qualche risposta in più ai famigliari del 31enne, rimasti tuttora senza una ricostruzione dettagliata di giorni che hanno preceduto la morte del detenuto, sopraggiunta per setticemia oe blocco renale dovuto a uno stato di disidratazione. Quest'ultimo, infatti, era stato recluso per il reato di rapina all'interno del carcere di Borgo San Nicola, a Lecce, per poi essere trasferito in quello di Taranto, passando dalla casa circondariale di Asti. ritornato in Puglia, però, è finito in ospedale per motivi che non è ancora dato conoscere, dove è spirato nel reparto di Rianimazione, senza aver potuto vedere i famigliari, in particolare la zia Oriana Fiordiso, protagonista della battgalia per chiedere le verità sulla morte di suo nipote.

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