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Cronaca

Caso Tecnova: il gup rinvia a giudizio dodici imputati, prosciolti in tre

Gli imputati rispondono di estorsione, favoreggiamento della condizione di clandestinità di cittadini extracomunitari e truffa aggravata ai danni dello Stato e riduzione in schiavitù. La lista di coloro che hanno sporto denuncia vede oltre 400 nominativi. Il processo al via il 10 dicembre

LECCE – Si aprirà il prossimo 10 dicembre, dinanzi ai giudici della Corte d’Assise di Lecce, il processo relativo al caso “Tecnova”. Il gup Giovanni Gallo ha rinviato a giudizio dodici dei quindici imputati. Prosciolti Francisco Josè Luque Jmenez, spagnolo, 37enne; Martin Denowebu, 36enne, ghanese; Josè Fernando Martinez Bascunana, spagnolo, 40enne (assistiti dagli avvocati Giuseppe Bonsegna e Cristiano Solinas).

Numerose le parti civili che sono complessivamente oltre trecento. Ben 484, invece, le parti offese (assistite dagli avvocati Salvatore Centonze, Alessandro Stomeo e Giuseppe Milli) nella vicenda che vede al centro l’inchiesta sul fotovoltaico fra Lecce e Brindisi. Si tratta di cittadini extracomunitari che avrebbero operato senza alcun tipo di garanzia. Un vero e proprio caso sfruttamento di manodopera, secondo quanto contestato dagli inquirenti, spesso composta da persone presenti in modo irregolare sul territorio italiano. Quindici sono gli indagati fra soci, amministratori e capocantiere della società italo-spagnola Tecnova.

Era il 20 aprile del 2011 quando scattò il blitz della Dda di Lecce. Agenti della squadra mobile di Lecce e del comando provinciale della guardia di finanza di Brindisi, strinsero le manette ai polsi di nove persone, anche se le ordinanze di custodia cautelare erano quindici. Nell’immediato, infatti, alcuni degli indagati non furono reperibili.

A giudizio sono finiti Marco Damiano Bagnulo, 24enne di Brindisi; Annamaria Brunetti, 29enne di San Pietro Vernotico; Luis Miguel Cardenas Castellanos, colombiano, 35enne; Manuela Costabile, 37enne di Brindisi; Cosima De Michele, 59enne di Brindisi; Laura Garcia Martin, spagnola, 34enne; Veronica Yanette, cubana, 36enne; Didier Gutierrez Canedo, spagnolo, 22enne; Luis Manuel Gutierrez Nunez, spagnolo, 40enne; Andres Felipe Higuera Castellanos, colombiano, 35enne; Brahim Lebhiha, marocchino, 28enne; Tatiana Tedesco, 28enne di Brindisi. I vari cittadini stranieri, all’epoca dei mandati di cattura, erano residenti fra le province di Lecce e Brindisi.

Gli imputati rispondono di estorsione, favoreggiamento della condizione di clandestinità di cittadini extracomunitari e truffa aggravata ai danni dello Stato e riduzione in schiavitù. Secondo quanto rilevato dagli investigatori, i responsabili della società italo-spagnola avrebbero assunto cittadini extracomunitari privi di permesso di soggiorno favorendo la loro permanenza irregolare e occupandoli, in condizione di asservimento. Dopo un vertice in Prefettura, i lavoratori erano riusciti ad ottenere le mensilità arretrate.

Se nelle prime mosse, l’inchiesta aveva visto coinvolti solo quarantatré cittadini extracomunitari, nel tempo la lista di coloro che hanno sporto denuncia è salita vertiginosamente, tanto che ormai hanno superato quota 400. Le loro testimonianze, secondo gli inquirenti che hanno condotto gli approfondimenti, sarebbero perfettamente sovrapponibili a quanto dichiarato in precedenza dagli altri lavoratori, descrivendo a carico degli indagati comportamenti delittuosi analoghi.

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