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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Castro

Castro: il Tar dice "sì" allo stabilimento balneare

Accolto il ricorso della proprietaria dell'Hotel "Euromare" per l'apertura di una spiaggia attrezzata di 976 metri quadri sulla scogliera. Il Comune aveva bloccato i lavori. La vicenda risale al 2001

Lo stabilimento balneare in località "Punta Currente", a Castro, potrà essere realizzato. Lo ha deciso la prima sezione del Tar di Lecce con una sentenza che mette fine ad una controversia che dura da sette anni. La giuria, presieduta da Aldo Ravalli (componenti Carlo Dibello e Massimo Santini) ha accolto il ricorso proposto dalla proprietaria dell'Hotel "Euromare". I fatti risalgono al 2001, anno in cui il Settore demanio marittimo della Regione Puglia rilasciò alla titolare una concessione demaniale di durata annuale per l'apertura di una spiaggia attrezzata di 976 metri quadri, sulla scogliera di Castro. Di fatto, però, lo stabilimento non era mai stato realizzato perché il Comune, tramite l'ufficio tecnico, aveva ritenuto l'esecuzione delle strutture precarie previste a servizio dello stabilimento balneare incompatibile con la disciplina del programma di fabbricazione. Da cui parere negativo sull'intervento urbanistico, nonostante la diversa opinione degli organi regionali.

La vicenda assunse anche un'altra piega quando il professionista incaricato della progettazione dello stabilimento, a seguito di segnalazione dell'ufficio tecnico, venne rinviato a giudizio dinanzi al Tribunale di Tricase dalla Procura della Repubblica sul presupposto che avesse falsamente attestato la compatibilità dello stabilimento balneare con la disciplina di zona del piano urbanistico generale. Nel processo il tecnico, assistito dall'avvocato Mauro Finocchito, ottenne però l'assoluzione piena. Lo stesso avvocato Finocchito venne quindi ingaggiato dalla proprietaria dell'Hotel verso la fine dello scorso anno per impugnare dinanzi al Tar l'ultimo provvedimento negativo espresso dal Comune di Castro anche nel procedimento di rinnovo della concessione demaniale. Per evitare la decadenza dal diritto alla concessione demaniale, la proprietaria ne aveva annualmente chiesto ed ottenuto il rinnovo dalla Regione, pur in difetto di avvio dell'attività, in attesa che si risolvesse la querelle col Comune in merito alle strutture a servizio dello stabilimento. La concessione era stata effettivamente rinnovata sino 2004, allorché, con l'intervento del Comune di Castro anche nel procedimento demaniale, quest'ultimo aveva espresso parere negativo anche in tale ambito, fondandolo sulla base di una violazione della normativa urbanistica (Nta del Programma di fabbricazione) e paesaggistica (Putt).

Su invito della stessa amministrazione regionale, la donna (che nel frattempo si era anche dichiarata disponibile a ridurre l'area su cui poggiare le pedane per gli ombrelloni) aveva presentato sin dal 2005 le proprie controdeduzioni, cui aveva fatto seguito un fitto carteggio tra Regione Puglia e Comune di Castro, con la prima che riteneva che in realtà nulla ostasse al rinnovo della concessione ed il secondo irremovibile dal proprio parere negativo. La complessa vicenda amministrativa è giunta a conclusione nell'ottobre dello scorso anno, quando la Regione Puglia, in applicazione della legge regionale 17 del 2006, ha declinato la propria competenza a decidere a favore del Comune di Castro, che si è espresso ancora una volta negativamente, sul presupposto che l'intervento prospettato avrebbe determinato un'alterazione significativa "dell'aspetto esteriore del sito, creando ingombro alla fruizione visiva del mare e del panorama circostante".

Da cui il ricorso al Tar Lecce, fondato sulla piena compatibilità del previsto stabilimento balneare tanto con il piano urbanistico, quanto con quello paesaggistico. Il Tar ha condiviso le ragioni della ricorrente, sostenuta dal legale, affermando invece che il programma di fabbricazione del Comune di Castro prevede espressamente per le aree oggetto di intervento la possibilità di realizzare "attrezzature balneari" nel rispetto dei limiti dimensionali e volumetrici cui la ricorrente si era uniformata; e che anche le disposizioni del piano paesaggistico regionale prevedono che nelle aree litoranee sono autorizzabili "attrezzature per la balneazione con carattere stagionale, realizzate con elementi trasportabili, comprese le pavimentazioni".

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