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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Catturato latitante della Scu: la sua dimora a Frigole

Latitante dal 12 maggio 2008, data in cui Carmelo Fiorentino, 47 anni, appartenente al gruppo lecceseScu nel clan "De Tommasi-Cerfeda-Lezzi", si rese irreperibile di fronte a un ordine di carcerazione

Mancava all'appello con la latitanza iniziata lo scorso 12 maggio 2008, data in cui Carmelo Fiorentino, 47 anni, leccese, uomo appartenente alla Scu nel clan"De Tommasi-Cerfeda-Lezzi", si rese irreperibile di fronte un ordine di carcerazione emesso dalla procura generale della Repubblica presso la Corte d'Appello di Bari a seguito del rigetto del ricorso presentato in Cassazione, in quanto condannato all'ergastolo per omicidio e occultamento di cadavere, oltre che per porto abusivo di armi da fuoco ed altro ancora.

E non aveva pistole, né fucili con sé quando questa mattina all'alba gli uomini e le donne della Mobile di Lecce si sono presentati nel nascondiglio utilizzato da Fiorentino per assicurarsi la latitanza: un casolare nelle campagne di Frigole circondato da recinzione a muro, alta più di due metri, e "sorvegliato" da un coppia di pit-bull. Lo hanno scovato gli investigatori senza utilizzare nulla delle più sofisticate tecnologie, ma con pazienti appostamenti e pedinamenti soprattutto della moglie del 47enne, che in più occasioni si sarebbe recata dal marito per fargli visita. Come era accaduto l'altra notte. Lo start per l'operazione conclusasi durante le prime ore del mattino è partito infatti con la visita di ieri della donna nell'abitazione del marito. Quando questa mattina gli investigatori si sono presenti in casa di Fiorentino, con i cani da guardia che hanno continuato a dormire, l'uomo non ha opposto alcuna resistenza, ed avrebbe lasciato intuire ai poliziotti che una cosa del genere ormai se la sarebbe aspettata da un momento all'altro.

Il provvedimento di cattura per Fiorentino ha avuto origine dalla condanna all'ergastolo per l'omicidio di Raffaele Riezzo, vittima di lupara bianca avvenuta a Lecce nel 1992. Le indagini condotte dalla Squadra mobile consentirono di raccogliere gravi elementi di responsabilità per quel fatto di sangue, oltre che su Fiorentino, anche per Luigi Peciccia, Umberto Zingarello e Antonio De Vitis. Quell'omicidio senza tracce di fuoco si inquadrava secondo gli investigatori nei contrasti delle opposte fazioni criminali che operavano a Lecce agli inizi degli anni Novanta e, nel corso delle indagini, la polizia venne a conoscenza da alcuni collaboratori di giustizia che il cadavere di Riezzo era stato cosparso di acido muriatico e seppellito sul litorale di Frigole.

Ora la cattura di Fiorentino segue quella di Zingarello (https://www.lecceprima.it/articolo.asp?articolo=10221). Quest'ultimo, come riportato dalle cronache, è stato arrestato lo scorso 4 settembre all'interno di un manufatto, sempre nella zona di Frigole. Anche Zingarello era stato favorito nella latitanza dalla convivente ed era stato trovato in possesso del passaporto e della carta d'identità intestati ad un altra persona, ma con la sua foto. A differenza di Fiorentino, fu trovato dalla polizia in possesso di una carabina ad aria munita di cannocchiale di precisione, non ché di 138 pallini, tutto vicino al suo letto.

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